A poco più di 20 giorni dal voto a irrompere nella campagna elettorale del Lazio è la cronaca, con l’inchiesta a carico dell’università Unicusano che accende il dibattito politico. I vertici dell’università Niccolò Cusano (telematica privata fondata nella Capitale nel 2006) sono finiti sotto inchiesta per una presunta evasione fiscale, contestata dalla Guardia di finanza, che ammonterebbe a oltre 20 milioni di euro.
Tra le persone coinvolte, ci sarebbe anche Stefano Bandecchi, fondatore e presidente dell’Università. Ma non solo. Bandecchi è anche coordinatore nazionale di Alternativa popolare, il partito fondato da Angelino Alfano, che giorni fa ha pubblicamente garantito il suo appoggio al candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio Francesco Rocca. Un caso, quindi, che da giudiziario è diventato anche politico. All’indomani del blitz della Guardia di finanza, gli altri due sfidanti alla carica di governatore – Alessio D’Amato per il centrosinistra e Donatella Bianchi per il M5s – hanno chiesto a Rocca chiarimenti sulla vicenda.
In particolare D’Amato vuole sapere se il sostegno di Bandecchi a Rocca nella campagna elettorale sia stato anche di natura economica. “A Rocca chiedo solo una cosa: spieghi e chiarisca agli elettori in cosa consiste il sostegno di Bandecchi – il primo affondo di D’Amato -. Capisco l’imbarazzo della vicenda Unicusano che ha portato ad un decreto di sequestro ma non il silenzio. Sono garantista e attendiamo gli esiti, ma per sgomberare il campo da qualsiasi opacità e per trasparenza nei confronti degli elettori formulo a Rocca una domanda ben precisa: ci dica in cosa consiste il sostegno annunciato in conferenza stampa da Bandecchi e se si tratta di un sostegno economico alla campagna elettorale”. Dal canto suo Rocca non si è sottratto ma ha cercato di smarcarsi. “Sull’indagine nulla si sapeva, né si sospettava – ha risposto il candidato del centrodestra -. Ovviamente sono garantista e aspettiamo le indagini. Ma l’inchiesta non coinvolge direttamente i candidati, Bandecchi non era candidato nella lista Civica, aveva dato un’adesione come Alternativa popolare. E Alternativa popolare non è Stefano Bandecchi, altrimenti avrei chiesto un passo indietro, ovviamente, per motivi di opportunità. Ap – ha ricordato Rocca – nasce con Alfano e c’è comunque un gruppo di riferimento di diverse persone che la sostengono. Anche se non è un partito dal 15 per cento è comunque un’area moderata di riferimento e, siccome Bandecchi non è candidato (e nessun altro indagato, ndr) non devo chiedere passi indietro a nessuno”, ha concluso Rocca.
Una risposta che però non non ha convinto del tutto i suoi avversari, tanto che D’Amato è tornato a chiedere Rocca “se Bandecchi sostiene economicamente la sua campagna elettorale. Rocca ha risposto che non è candidato con il centrodestra. Ma la domanda non era questa. Io continuerò a porre questa domanda semplice in maniera garbata e mi aspetto una risposta”. Sulla stessa linea la candidata del M5s Donatella Bianchi: “Ciò che sta emergendo è molto grave ed è giusto che i cittadini laziali siano messi al corrente dei fatti, a partire da che tipo di sostegno, economico o politico, Stefano Bandecchi ha garantito o sta garantendo a Rocca per questa campagna elettorale – ha dichiarato Bianchi -. Rocca dice di non voler chiedere passi indietro: Bandecchi è però segretario nazionale di un movimento che supporta la sua candidatura e campagna elettorale. Sappiamo che il centrodestra non è nuovo a casi di conflitto di interessi – ha concluso Bianchi -, però credo che i cittadini del Lazio meritino trasparenza e chiarezza su questa brutta vicenda”.
A questo punto, la polemica sul “caso Unicusano” potrebbe diventare, con la sanità e il termovalorizzatore di Roma, un nuovo argomento caldo della campagna elettorale che, partita tardi e in sordina, procede spedita verso il voto del 12 e 13 febbraio.