Un ultimo tentativo per cercare di tenere nella coalizione di centrosinistra, che correrà alle prossime elezioni regionali, il Movimento 5 stelle: nei giorni scorsi Sinistra civica ecologista ha chiamato a raccolta le sigle dei partiti che si riconoscono in dieci punti di programma sulla lotta alle disuguaglianze e sui temi dell’ambiente. Assenti, ma hanno inviato un videomessaggio, gli esponenti di peso, dall’ex governatore del Lazio Nicola Zingaretti al candidato del Pd, sostenuto dal Terzo Polo, Alessio D’Amato, così come i leader di importanti pezzi della coalizione da Nicola Fratoianni di Sinistra italiana ad Angelo Bonelli di Europa verde.
“Non facciamo del termovalorizzatore l’alfa e l’omega di ogni confronto”, ha detto l’europarlamentare Massimiliano Smeriglio, fondatore di Sce e che nella Sala dello Spin Time – stabile occupato in via Santa Croce in Gerusalemme a Roma – ha riunito attorno a sé diversi esponenti della politica ma anche della cultura. Dalla celebre cantante Tosca all’ex cronista della trasmissione tv Le Iene, Dino Giarrusso, già militante eletto nel M5s da cui poi è uscito. A rappresentare il partito di Giuseppe Conte, in sala, il deputato Francesco Silvestri. A termine del confronto, durato circa tre ore, Silvestri ha chiarito che “i margini ci sono” per ricucire l’alleanza ma il M5s non è disposto ad arretrare sulle richieste.
E le richieste sono: prima il programma e poi il nome in grado di interpretarlo. “Il margine c’è ma è legato alle politiche ambientali che una eventuale coalizione intende mettere in campo. Per il M5s nel 2023 costruire un inceneritore a Roma è un messaggio, a livello nazionale, che mortifica le politiche ambientaliste e va rivisto. Da qui si apre poi un discorso politico”, ha spiegato Silvestri.
“Si costruisce prima il programma e poi si sceglie chi lo sa interpretare, e lo si fa insieme. Arrivare con una forzatura programmatica e il nome già impacchettato non aiuta il dialogo, in qualsiasi situazione e non soltanto tra M5s e Pd. È inutile pensare che una persona possa unire su temi divisivi”, ha aggiunto. Motivo per cui il M5s sta ragionando su una candidatura civica e femminile. “Stiamo concludendo un percorso di confronto anche con realtà civiche, stiamo determinando i contenuti e poi sceglieremo la figura in grado di interpretarla: stiamo facendo valutazioni su più nomi”, ha chiarito Silvestri.
Al M5s e al Pd ha rivolto un appello Smeriglio: “Il Lazio è una Regione importante. Chi rompe paga e il Pd ha pagato alle politiche la scelta di rompere con il M5s, e ora potrebbe accadere lo stesso al contrario. Rimettere al centro il reddito di cittadinanza significa tutelare le persone e le regioni possono fare delle cose. È complicato, ma infatti siamo una coalizione, faccio parte di un movimento che l’inceneritore non lo ha votato ma non ne abbiamo fatto un punto di campo, se su alcuni punti non siamo d’accordo si possono fare referendum popolari, autogestiti, ma non decidere che si rompe l’alleanza: la Regione governa le politiche della sanità, del lavoro e molto altro. Non facciamo dell’inceneritore l’alfa e l’omega di ogni confronto. Faccio un invito ai leader nazionali: il Lazio non è un paesino ma è una regione importante del Paese, in Lombardia dove è difficile vincere si va insieme e qui dove possiamo vincere si va divisi”. Intanto con il M5s che però sembra lontano dalla coalizione, il Pd cerca di stringere almeno con gli alleati storici. “I vostri dieci punti sono ampiamente condivisibili e troveranno attenzione nel programma. Voi siete assolutamente importanti nella coalizione, a tutti gli effetti fate parte di questa coalizione”, è stato il messaggio del candidato D’Amato. Ad aprire i lavori Claudio Marotta di Sce e Andrea Alzetta dei Movimenti per l’abitare.
“Apriamo una discussione sui temi. Il Paese è governato dalla destra da qualche mese, è una destra forte anche sul territorio e si candida a vincere nel Lazio. Nel Lazio già esiste un campo largo di forze progressiste e che devono essere unite”, ha detto Marotta.
“Si era aperta una speranza con l’affermazione di Gualtieri a Roma, ha firmato una direttiva per la residenza e sta costruendo un piano casa con i movimenti, i sindacati e le associazioni, come Nonna Roma. Si è creato un meccanismo di relazione, anche lo sgombero pacifico di viale delle Province dimostra che c’è una buona collaborazione con l’Ater regionale. Tra movimenti e sindacati spesso c’è antipatia, siamo in concorrenza ma poi quando si tratta di aiutare le persone passiamo avanti, la politica deve imparare da questo”, ha spiegato Alzetta.
A rappresentare il Pd la consigliera regionale uscente, Marta Leonori. Tra i presenti Natale Di Cola della Cgil, gli ex sindaci di Rieti e Cerveteri, Simone Pietrangeli e Alessio Pascucci. Per Sce l’assessore al Decentramento di Roma, Andrea Catarci, i consiglieri capitolini Alessandro Luparelli e Michela Cicculli e diversi consiglieri e assessori municipali, oltre che il minisindaco del Municipio Roma VIII, Amedeo Ciaccheri.