Mercoledì nuovo incontro al Nazareno
Senza il campo largo si andrà alle primarie di coalizione, con chi ci sta. Il Pd ha chiara la road map alternativa a un eventuale crash sul muro dei 5 Stelle e del Terzo Polo contro la riproposizione del “Modello Lazio” alle prossime elezioni regionali. La priorità per i dem resta sempre la stessa: trovare un candidato terzo, civico, moderato (per allargare quanto più il campo) insieme intanto al Movimento 5 Stelle e anche al Terzo Polo, anche se Carlo Calenda al momento appare irremovibile rispetto al nome di Alessio D’Amato e alla possibilità di riproporre la stessa maggioranza allargata che sta governando la Regione dal 2021. Se questa strada non risultasse percorribile (a cominciare da un no dei 5S), a quel punto, secondo quanto risulta all’Agenzia Dire, il Pd ritornerebbe alle primarie di coalizione con chi vorrà farne parte. Non mancano i nomi di chi è pronto a correre e aspetta solo lo start per partire: il vicepresidente della Regione, Daniele Leodori, l’assessore alla sanità, Alessio D’Amato, e la capogruppo della Lista Civica Zingaretti, Marta Bonafoni. In caso di non accordo con i 5 Stelle e in presenza del rito delle primarie, sarebbe più facile per il centrosinistra allargarsi al Terzo Polo che, come detto, appoggia Alessio D’Amato, il quale a sua volta ha chiesto a più riprese il voto dentro la coalizione (non necessariamente partecipata dal M5S).Giovedì alle 18 al teatro Brancaccio l’assessore alla Sanità farà un evento pubblico al quale parteciperanno anche Carlo Calenda e diversi pezzi di classe dirigente Pd, tra cui i deputati Claudio Mancini e Marianna Madia, gli ex senatori Luigi Zanda e Monica Cirinnà, il sindaco di Fiumcino, Esterino Montino, il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, l’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e l’esponente di Italia Viva, Gennaro Migliore.
Mercoledì è previsto un nuovo incontro al Nazareno tra il segretario del Pd, Enrico Letta, il responsabile organizzazione del partito, Francesco Boccia, il governatore del Lazio e neo deputato, Nicola Zingaretti, e il senatore-segretario del Pd regionale, Bruno Astorre, per affrontare il tema della coalizione.
Sembra difficile, al momento, ipotizzare che entro dopodomani arriverà una risposta dal M5S. Che ieri ha riunito il suo Consiglio nazionale (per la prima volta alla presenza anche deid elegati territoriali), convocando e ascoltando i rappresentanti di Lazio e Lombardia in vista delle regionali. Due situazioni diverse, perché nel primo caso il 5 Stelle è in maggioranza. Le assessore Roberta Lombardi (Transizione Ecologica-Energetica-Digitale) e Valentina Corrado (Turismo-Pari Opportunità) hanno esposto la loro posizione, più o meno riassumibile in questo modo: contendere al centrodestra la Regione e rivendicare i risultati ottenuti grazie all’intervento dei pentastellati al governo del Lazio in questi due anni sono i “pro” che dovrebbero fare pendere la bilancia a favore della riproposizione dell’alleanza; il contro (che è una specie di altro “pro”) è che andando da soli ci si assumerebbe la responsabilità di regalare il Lazio alla destra. Conte, dopo avere chiesto gli appuntamenti politici che attendono il Lazio questa settimana, ha poi comunicato che nei prossimi giorni sarà presa una decisione e, secondo quanto si apprende, il dibattito che ha animato il Consiglio dopo le relazioni di Lombardi e Corrado non avrebbe visto prevalere una delle due linee (pro o contro alleanza col centrosinistra) sull’altra. L’impressione generalizzata (ormai quasi una certezza) è che le riserve saranno sciolte in concomitanza con le dimissioni di Nicola Zingaretti (tra giovedì e venerdì) e la presentazione del libro di Goffredo Bettini (venerdì pomeriggio all’Auditorium) che vedrà tra gli ospiti proprio Giuseppe Conte