Se il bilancio statale non viene approvato, per varie ragioni, scatta lo shutdown o l'esercizio provvisorio. Cioè il blocco di molte spese statali non vitali
Lo SHUTDOWN Usa è ormai una realtà. Scatta così lo stop a buona parte delle attività amministrative ed è come se una nazione trattenesse il fiato e l’operato a data da destinarsi. Trump, messo alle corde, non può godersi le vacanza anche perchè il suo staff sta perdendo ogni giorno nuovi e importanti pezzi.
Ma questo blocco cosa significa? forse che gli americani mettendo le mani in tasca non sentono più nemmeno il tintinnare dei centesimi?. Non è proprio così. L’America, pur in difficoltà, non è certo ridotta all’osso, ma i 5 miliardi di dollari che il Presidente pretende di usare per il vituperato muro anti immigrati non trova praticamente consensi. Vuoi umani che economici, specialmente da parte dello schieramento democratico. Wall Street, in questo ultimo periodo, è andata malissimo, raggiungendo i minimi degli ultimi 10 anni. Anzi il 24 dicembre ’18 è stato uno dei giorni più bui della borsa USA e, come spesso accade, la borsa americana si tira dietro tutte le altre borse occidentali e non. Anche l’amministrazione Obama nel 2013 visse il suo shoutdown, basato su ben altre ragioni:la riforma sanitaria. Obama, allora definì il provvedimento come “evitabile” e con possibili conseguenze molto pesanti e riassorbibili solo sul lungo periodo.
Quando tutte le attività dello Stato non vitali sono interdette è ovvio che la ripresa diventa lenta e difficile.
Purtroppo questa fine d’anno non è un momento allegro nemmeno per l’Italia e allora ci chiediamo: se le cose dovessero continuare “traballare” ancora per un po’, anche noi potremmo andare incontro a uno shutdown? In pratica sì, anche se con modalità, tempi e terminologie diverse.
In Italia è previsto “l’esercizio provvisorio” (regolato dalla Costituzione) nel caso il Parlamento NON riuscisse ad approvare il bilancio entro il 31 dicembre 2018. L’esercizio provvisorio è regolato dalla Costituzione (art.81) e chiama in causa direttamente lo Stato.
Ha una durata massima di 4 mesi e prevede una drastica riduzione delle spese. Praticamente ogni mese lo Stato può spendere un dodicesimo di quanto stanziato nell’anno appena passato. Una inezia viste le reali necessità, le richieste della UE, le promesse del governo giallo verde e il rischio (quasi certo) di recessione.
Salvini e Di Maio non paiono preoccupati ma la loro “manovra” e lo sbandierato “cambiamento” subiscono, in questo modo, un grave danno di immagine e di credibilità.
Questa manovra di bilancio è stata così tante volte rimaneggiata e riadattata da essere diventata fragilissima. Il tempo a disposizione per la sua approvazione, ormai, è pochissimo e delicato come un filo di ragno. Comunque andassero le cose, assenso si/assenso no sarebbe una ben magra figura per il Governo che, già pare non godere più di un pieno consenso . A noi, che siamo costretti solo a guardare, tutto questo procura incertezze e delusioni gravi. Questi nuovi personaggi politici che ci tengono in pugno e dai quali dipende la qualità della vita dell’Italia futura non ci sembrano proprio prontissimi per i vicinissimi esami.
Se mai venissero “rimandati” le conseguenze, per noi, sarebbero, sicuramente molto dure e forse anche troppo costose.