Articolo dal Messaggero
L’onda lunga del turismo che quest’estate ha premiato la Capitale non ha riempito soltanto le strutture ricettive, alberghi e bed&breakfast. Risvolti positivi ci sono stati anche per il commercio tant’è che contrariamente a quanto accaduto nel 2022, quest’anno, le ferie agostane sono saltate almeno per sei attività commerciali su 10 con un record di incassi. È questo il dato elaborato dalla Confesercenti: “Negozi aperti ad agosto e tanti», dice al Messaggero il presidente Valter Giammaria.
Lontano dunque il ricordo di quella Roma assolata e deserta. “Non è stato solo il Centro – prosegue Giammaria – a restare aperto”. Qui era prevedibile considerato proprio l’aumento di turisti che ha portato gli hotel e le strutture ricettive a riempirsi con lo stesso andamento registrato nell’estate 2019, ovvero l’anno “x” da cui poi tutto è cambiato a causa della pandemia da Covid-19.
LE ZONE DELLA CITTÀ
Da San Giovanni a Marconi, dal Salario al Tuscolano “anche nei quartieri residenziali – prosegue Giammaria – almeno sei negozi su dieci sono rimasti aperti. Andiamo da quelli legali ai generi alimentari e slegati dalle grandi catene fino alle attività che si occupano della cura della persona e questo perché molte strutture ricettive extra-alberghiere si trovano ormai anche lontano dal centro storico”. Bed&breakfast appunto o case vacanze che si sono riempite con ospiti bisognosi anche di generi di prima necessità. Tant’è vero che al Tiburtino ma anche al Salario, per esempio, diverse gastronomie sono rimaste aperte nel pieno della settimana agostana. E lo stesso è accaduto a parrucchieri e centri estetici.
“La cura della persona quest’anno non è andata in vacanza – dice la titolare di un centro al Salario-Parioli – per accogliere i nostri clienti ma anche quelli di passaggio, abbiamo optato per una turnazione anche nella settimana di Ferragosto, restando chiusi solo il 15”. E i clienti sono venuti? “Di certo non sono mancati come poteva accadere negli anni scorsi”, conclude la titolare.
“Dobbiamo considerare diverse variabili – analizza in ultimo Giammaria – la fine della pandemia, la necessità per i commercianti di risalire la china della crisi e il supporto che in questo sta dando il turismo: chi ha deciso di restare aperto o di applicare delle turnazioni lo ha fatto anche per rialzare dei fatturati che nei mesi scorsi erano stagnanti”. Anche sul fronte dell’artigianato le attività sono rimaste aperte, al netto della stagionalità legata ad alcune categorie. “L’artigianato di riparazione chiamiamolo così, come le lavanderie, gli idraulici, le riparazioni sartoriale – aggiunge Luca Barrerà, segretario della Cna Roma – non conosce più uno stop. Sono attività di servizio diciamo così che un tempo chiudevano ma oggi non è più cosi e lo stesso accade per l’artigianato alimentare: pensiamo alle pasticcerie e alle gelateria che anche in quartieri lontano dal centro sono rimaste aperte e non solo per i residenti ma anche per i turisti”. Anche qui, a ribadire che non è più solo il Centro storico il “fulcro” del vacanziere. Cambiano le stagioni – diventano più torride – ma cambiano anche le abitudini, con buona pace di quell’immagine “cult” che da sempre descriveva la Capitale nel mese d’agosto: girare in sella ad una vespa bianca oggi non equivale più a sentirsi soli in una città assolata.