Il sindaco si è detto certo che Roma abbia "il progetto più bello" e ha assicurato l'Expo di Roma sarà "molto attento sul fronte dei diritti al lavoro e civili"
Se Roma dovesse essere scelta come sede dell’Expo nel 2030 “faremo un gemellaggio con Odessa”, città dell’Ucraina martoriata dalla guerra. A dirlo è il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intervistato dal direttore di Rai Italia, Fabrizio Ferragni, nel programma “Casa Italia” che andrà in onda oggi alle 16:00.
Il sindaco si è detto certo che Roma abbia “il progetto più bello. Basta confrontarli – ha aggiunto – è straordinario, abbiamo messo alcuni dei più grandi architetti a lavorare. Siamo fiduciosi sulla qualità. Ovviamente le altre città sono in campo con il loro sistema paese, governi e lobbying e quindi speriamo di farcela, ce la mettiamo tutta, dipenderà molto da come questa partita diplomatica si svolgerà.
Odessa, in Ucraina, rivelando che, se non riuscisse ad accedere alla fase finale, Roma pensa “di fare un Expo in cui quasi c’è un gemellaggio e una valorizzazione di questa città e questo paese martoriato, come è doveroso”.
Per quanto riguarda gli altri paesi in gara, oltre a Odessa, con la quale Roma pensa di fare un Expo in cui “quasi c’è un gemellaggio e una valorizzazione di questa città e questo paese martoriato, come è doveroso”, ha ricordato Riad, in Arabia Saudita, come una delle città “che ha in campo un governo che da tempo sta spingendo moltissimo”. Secondo Gualtieri il paese arabo “sta facendo una partita molto forte, alcuni la definiscono aggressiva, di fortissimo impegno con tutti i vari paesi che devono votare. Siccome hanno risorse economiche consistenti sono un avversario temibile. Odessa è una bellissima idea anche se sconta una situazione che rende problematico immaginare che effettivamente possa passare questo test logistico, ma proprio per questo abbiamo parlato con la città e ho incontrato il sindaco e ci siamo ripromessi di fare una specie di alleanza e di lavorare insieme e se Odessa non potesse accedere alla fase finale – ha concluso – di fare un Expo in cui quasi c’è un gemellaggio e una valorizzazione di questa città e questo paese martoriato, come è doveroso. Roma-Odessa sono la candidatura Europea e speriamo questo argomento venga tenuto in considerazione”.
Da parte nostra, secondo il primo cittadino il governo “è in campo, sta lavorando per questo e noi fiduciosi e speriamo di farcela”. Se Roma dovesse farcela “sarebbe un piano di investimenti da più 5 miliardi, poi con una parte privata e di altre istituzioni si arriverebbe quasi a nove e un beneficio economico che con uno studio che abbiamo commissionato alla Luiss – ha concluso – si stima a più di 50 miliardi, 300 mila posti di lavoro e rigenerazione di un quadrante della città”.
Infine ha garantito che l’Expo di Roma sarà molto attento sul fronte dei diritti al lavoro e civili perché la vicenda del Qatargate “ha dimostrato che a volte si prendono delle decisioni sotto l’effetto di un lobbying molto forte e poi ci si rende conto delle conseguenze quando ci sono delle polemiche o controversie. Noi auspichiamo che questa vicenda induca a riflettere bene al momento del voto e non anni dopo quando avviene l’evento”. Per questo, l’amministrazione ha “già sottoscritto un protocollo con i sindacati proprio a tutela delle condizioni di lavoro per evitare meccanismi indiretti di aggiramento dei contratti nazionali e per garantire i diritti al lavoro e civili: il nostro sarà un Expo molto attento a questa dimensione”.