A preoccupare il governo e il Campidoglio è soprattutto l'avanzamento dei progetti di Caput Mundi, il capitolo del Piano nazionale di ripresa e resilienza che stanzia mezzo miliardo di euro per Roma e il Lazio per riqualificare beni archeologici e percorsi turistici.
Due tavoli speciali per contrastare le lentezze della burocrazia – in primis quelle delle Soprintendenze – e salvare in zona Cesarini le opere da realizzare per il Giubileo. Finanziate sia con i fondi per il Pnrr sia con le risorse per l’Anno Santo. Lo scrive il Messaggero oggi.
Il governo, su input del sottosegretario Alfredo Mantovano, ha deciso di istituire due veicoli dopo la proposta lanciata dal Commissario, e sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Il quale giovedì scorso, durante l’ultima riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi, ha scandito la necessità di «snellire le procedure di valutazione che stanno rallentando il rilascio dei permessi». Cioè le autorizzazioni per cantieri che sfiorano i 3,4 miliardi di euro. Soldi da impegnare immediatamente sia perché all’apertura della Porta Santa manca poco più di un anno sia perché le risorse del Pnrr vanno spese entro il 2026.
A preoccupare il governo e il Campidoglio è soprattutto l’avanzamento dei progetti di Caput Mundi, il capitolo del Piano nazionale di ripresa e resilienza che stanzia mezzo miliardo di euro per Roma e il Lazio per riqualificare beni archeologici e percorsi turistici. Il rispetto della scadenza del 2026 sembra complicata. All’ufficio tecnico della Sovrintendenza Capitolina – l’ente attuatore di oltre 300 progetti – stanno letteralmente impazzendo: troppi dossier e troppi interventi da progettare sui loro tavoli e poco personale. Di conseguenza, il prossimo anno partiranno i lavori soltanto in dieci cantieri per restaurare altrettante fontane della Capitale. A rendere più complesso questo impasse ci si è messa anche la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e il Paesaggio di Roma, che risponde del ministero della Cultura: dovrebbe dare il nulla osta preventivo ai stessi progetti sui quali stanno lavorando la Sovrintendenza capitolina, ma non può farlo lamentando i ritardi nella stesura dei piani da parte dell’organismo. Risultato? Rischiano di non vedere mai la luce riqualificazioni più impegnative che riguardano Mure Aureliane, Celio o l’ex Mattatoio.
Di fronte a queste babele di procedure e veti incrociati Gualtieri, sempre durante l’ultima cabina di regia, si sarebbe «appellato» al ministero della Cultura per spingere Soprintendenza nazionale e Sovrintendenza capitolina a firmare un protocollo, a creare un tavolo tecnico, per ottenere in tempo reale i nulla osta preventivi sui progetti, evitando una serie di scartoffie e di riunioni che di solito necessitano almeno di una ventina di giorno. Ipotesi sulla quale stava già lavorando lo stesso Mantovano, che nello stesso incontro avrebbe ricordato l’importanza di soluzioni «per superare le criticità» emerse in relazione ai tempi delle procedure per il rilascio dei pareri del ministero della Cultura. Anche il dicastero di via del Collegio Romano ha dato l’ok per la nascita di questo strumento.
Ma per spazzare via le lentezze della burocrazia il governo e tutte le parti coinvolte nell’organizzazione del Giubileo (in primis Comune, Regione e Società per il Giubileo) hanno deciso di istituire un ulteriore tavolo, oltre a quello già previsto per salvare i fondi per Caput Mundi. In questo veicolo siederà anche la Sovrintendenza speciale per il Pnrr, responsabile – stando al decreto per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza – del rilascio delle autorizzazioni. Un consesso che deve velocizzare opere più complesse come la riqualificazione delle sponde del Tevere o il restyling delle stazioni della metropolitana della linea A.
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