Via libera del Consiglio dei ministri al decreto che contiene norme sulla giustizia, le misure contro i rave party e le norme anti-Covid. Un provvedimento, quello che riguarda la materia dell’ergastolo ostativo,”molto importante, a tratti simbolico” perché “contiene una norma che va esattamente nella direzione della lotta alla criminalità organizzata”, ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Slitta poi al 30 dicembre l’entrata in vigore della riforma del processo penale, una norma che “prevede molti adempimenti, ma i nostri uffici giudiziari non sono pronti”: si rischiava “una paralisi del nostro sistema giudiziario”. Il rinvio, chiarisce il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, “non ha nessun impatto negativo con il Pnrr, anzi avremmo corso il rischio che ci si sciogliesse in mano, che fosse inapplicabile. Ora invece abbiamo più tempo per capire”.
Anche se “la riforma Cartabia va nella giusta direzione, oggi avrebbe creato un sovraccarico intollerabile per le Procure generali e per la Procura della Repubblica”, ha sottolineato, dicendo di aver “accolto il grido di dolore delle procure che avevano manifestato l’impossibilità di adeguare la loro operatività alle loro risorse disponibili”. In ogni caso, la norma sull’ergastolo ostativo “non compromette la certezza della pena: si tratta di adeguarci alle indicazioni della Corte costituzionale e quelle del precedente Parlamento, che si era espresso a favore di questa modifica”. Sui rave, poi, il governo è intervenuto prevedendo un nuovo reato di invasione per raduni pericolosi per l’ordine pubblico, l’incolumità pubblica o la salute pubblica. Un provvedimento particolarmente urgente a cui “stavamo già lavorando”, ha sottolineato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, perchè si tratta di “eventi particolarmente pericolosi, non solo per le stesse persone che li commettono, ma anche molto dispendiosi per l’impiego delle forze dell’ordine che ne consegue”, ha spiegato.
“Probabilmente, l’assenza di una disciplina normativa efficace nel nostro Paese ci rendeva particolarmente vulnerabili, come la cronaca degli ultimi anni testimonia”, e “confidiamo che la norma, una volta introdotta, possa costituire un elemento di deterrenza”. Per Meloni, “l’impressione che lo Stato ha dato in questi anni è stato un lassismo sul tema del rispetto delle regole e della legalità” e ora “il segnale che voglio dare è che l’Italia non sia più la nazione nella quale si va quando c’è da delinquere, perché qua siamo meno attenti”.
Sul Covid, il Cdm ha deciso di anticipare al 1° novembre la fine dell’obbligo vaccinale per gli operatori della sanità, una decisione presa “perché il quadro epidemiologico è mutato rispetto a quando il provvedimento è stato preso”, ha chiarito il ministro della Salute, Orazio Schillaci. “Oggi l’impatto sugli ospedali continua ad essere limitato, c’è una stabilizzazione nell’incidenza dei casi di contagio e del tasso di occupazione delle aree mediche e di terapia intensiva”.
Inoltre, c’è un “problema di grave carenza del personale”. Sulle mascherine negli ospedali, sottolinea, “non c’è alcun ripensamento: ho firmato un’ordinanza che proroga l’obbligo dell’utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie, in relazione non solo allo scenario del Covid ma anche per l’approssimarsi della stagione influenzale. Voglio chiarire molto bene che mai abbiamo pensato di non andare in questa direzione, che è condivisa anche con il primo ministro”.