L’Assemblea capitolina ha approvato la delibera che riconosce le indennità ai consiglieri, quindi stop ai gettoni di presenza. I compensi degli eletti in aula Giulio Cesare passano da 2mila a circa oltre 3mila euro netti.
Dopo la polemica nata da una parte delle opposizioni, a cui si è unito anche il consigliere della lista Civica Gualtieri, Carmine Barbati, sono stati soltanto tre i consiglieri del Movimento 5 Stelle (Linda Meleo, Paolo Ferrara e Daniele Diaco) che hanno votato contro l’atto mentre i consiglieri di Italia Viva e Azione, presenti in Aula, non hanno però partecipato al voto, si sono espressi con un voto contrario. Del gruppo consiliare dei pentastellati non era presente l’ex sindaca Virginia Raggi e il suo ex assessore al personale, consigliere della lista Civica Raggi, Antonio De Santis, ora appartenente al partito di Luigi Di Maio.
La delibera è stata quindi approvata con 32 voti favorevoli di maggioranza e parte delle opposizioni. Per la maggioranza hanno votato a favore: il Partito Democratico, Sinistra civica ecologista, Roma futura, Europa verde, Demos. Per le opposizioni hanno votato favorevolmente: Fratelli d’Italia, Udc-Forza Italia. Assenti i consiglieri della Lega, così come il consigliere di maggioranza Barbati.
La capogruppo del Pd, Valeria Baglio, in dichiarazione di voto ha sottolineato che a oggi, considerato il numero di residenti della capitale, è possibile conteggiare “un consigliere ogni 60 mila cittadini” e che “la riforma può essere definita una grande incompiuta” sulla quale anche “il sindaco si è molto speso perché arrivasse a termine”. Baglio ha poi precisato: “È un provvedimento misurato e commisurato agli oneri e responsabilità che in quest’aula il consigliere svolge. Qualcuno ha detto che è anche poco, io dico che è il giusto”.
“Oggi nella sostanza applichiamo una legge che va a chiudere l’iter per cui si definisce la specificità di Roma Capitale, la legge prevede che l’Assemblea capitolina dia un indirizzo al Ministero dell’Interno che insieme al Mef produrrà un atto sulle funzioni che si attribuiscono ai consiglieri capitolini”, ha ribadito invece il dem Andrea Alemanni. “Il nuovo regime non solo non modifica il gettito dell’amministrazione pubblica ma restituisce al consigliere capitolino la possibilità di esercitare il ruolo a tempo pieno”. Infatti con il regime attuale, il gettone di presenza si somma con lo stipendio che un consigliere prende, se è lavoratore dipendente. Con l’indennità, invece, il consigliere è costretto ad andare in aspettativa