Questa volta nella calza che la Befana ha portato a Roma c’è tanto carbone, perlomeno sul tema della mobilità. I motivi sono svariati: il 6 gennaio sono state segnalate fermate della metro chiuse, linee bus deviate, soste vietate di auto che bloccavano i tram. Non è andata meglio nel giorno del gran ritorno, ovvero quel 9 gennaio in cui tutti gli studenti sono tornati in classe dopo le fermate natalizie: tempi biblici per attendere bus e metro, autobus che imbarcavano acqua a causa dell’acquazzone in atto e problemi particolarmente antipatici registrati sulle ferrovie ex-concesse, ovvero la Roma-Lido e la Roma-Civita Castellana- Viterbo.
Ma c’è un altro motivo per il quale quest’anno la calza che la Befana ha portato a Roma è piena di carbone. Ed è un tema in cui la mobilità si sposa con un argomento caldo e delicato come quello dell’ecologismo e della sostenibilità.
Tema di fondamentale importanza da quale si vede il grado di civiltà e di consapevolezza di un Paese ‘del Primo Mondo’ rispetto a uno Stato industrializzato ma più pigro o inconsapevole dell’emergenza climatica, le politiche green sono più facili da annunciare che da realizzare. Lo sa bene la Capitale d’Italia, che sull’argomento mostra ambiguità e poca chiarezza con qualunque maggioranza politica, da quella grillino di Virginia Raggi a quella dem con Roberto Gualtieri.
Da quest’anno sono previste novità significative sul binomio mobilità-ecologismo: a partire da novembre 2023, infatti, l’accesso alla ‘fascia verde’ non sarà consentito per i possessori di diesel Euro 4 e dall’anno successivo di Euro 3 a benzina. In attesa della piccola rivoluzione, però, nella Capitale si continuano a vedere cose strane. Da anni Radiocolonna denuncia le ambiguità della politica romana legate alla circolazione di mezzi pubblici non propriamente ecologici. L’ultimo caso si è verificato proprio domenica 8 dicembre, quando il Comune di Roma ha stabilito una domenica ecologica dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.30. Come ha segnalato l’attento Mercurio Viaggiatore, però, mentre le auto dei romani rimanevano ferme in parcheggi e rimesse per motivi ecologici, a Roma continuavano a circolare decine e decine di autobus alimentati a diesel: