Nel primo semestre del 2024 il 37 per cento delle piccole e medie imprese di Roma e del Lazio ha registrato una crescita del fatturato, il 34 per cento un aumento della produzione totale e il 29 per cento un incremento degli ordini. È quanto emerge dall’analisi congiunturale della Cna Roma, realizzata in collaborazione con l’Istituto Swg. Un’azienda su quattro ha registrato una crescita dell’utile lordo, mentre una su cinque ha visto salire il numero dei propri dipendenti e addetti, dato fortemente positivo perché le aziende in espansione risultano essere il doppio rispetto a quelle dello scorso anno. Anche il dato previsionale per il secondo semestre dell’anno mantiene un trend positivo, complice anche la prospettiva del Giubileo. Il 32 per cento delle aziende ritiene infatti che aumenterà la propria produzione totale, mentre il 30 per cento che registrerà un numero crescente di ordini. Il 35 per cento si dice fiducioso che salirà il fatturato totale e il 24 per cento è convinto che ci sarà un incremento dell’utile lordo.
Scende anche drasticamente la quota di imprese che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali nell’ultimo semestre: solo il 7 per cento. “Guardando con attenzione ai dati emersi dalla nostra indagine si rileva che il mondo delle micro, piccole e medie imprese registra segnali positivi su diversi fronti della propria attività lavorativa, tanto da riuscire a guardare al futuro prossimo con una certa speranza – dichiara Giordano Rapaccioni, segretario della Cna di Roma -. Tuttavia, dobbiamo tutti lavorare alacremente affinché si possa consolidare questa tendenza. Per questo, chiediamo alle Istituzioni di non abbassare la guardia, ma di operare scelte coraggiose per mettere a terra delle soluzioni concrete sui temi cruciali per le nostre imprese, quali l’accesso al credito, la semplificazione burocratica, la formazione e l’aggiornamento delle competenze. Non possiamo pensare inoltre a uno sviluppo delle PMI senza favorire l’innovazione, la sostenibilità e senza promuovere il turismo e l’artigianato, elementi fondamentali del nostro patrimonio economico e sociale”, conclude. Note dolenti infatti sono gli investimenti e l’accesso al credito. Circa un’azienda su tre (il 28 per cento) ha investito e intende continuare a farlo anche nel prossimo semestre, ma il 40 per cento non lo ha fatto e non intende farlo. Scelta probabilmente legata al peggioramento delle condizioni di accesso al credito, denunciate da quasi il 40 per cento delle imprese.