Acque agitate in casa Ita. E non è la prima volta. Da una parte la protesta di lavoratori e lavoratrici di Covisian e Almaviva a Palermo nell’ambito della vertenza sui call center dopo che la compagnia aerea Ita la scorsa settimana ha disertato il tavolo convocato dal governo in occasione della scadenza della commessa Ita-Covisian, dando notizia di 150 assunzioni per chiamata diretta finalizzate a internalizzare il servizio. Mossa a sua volta seguita al colpo di spugna sugli oltre 500 lavoratori, lo scorso 13 aprile.
I 543 lavoratori del call center ex Alitalia, oggi Ita, hanno scritto una lettera al capo dello Stato Sergio Mattarella, ricordando l’articolo 4 della nostra Carta e spiegando che “nella vertenza le basi della Costituzione vengono disattese ed è proprio lo Stato a ignorare le norme. Qualcuno sostiene che il Sud è ‘l’Italia che non piace’. Invece questi 543 sono dei gran lavoratori, che per 20 anni sono stati la voce della compagnia di bandiera e lo hanno sempre fatto con serietà, dignità e orgoglio. Abbiamo creduto in un accordo siglato alla presenza del Governo, che ci impoveriva economicamente, ma che ci garantiva di poter continuare a lavorare, e invece dopo 6 mesi ci buttano fuori. Siamo tutti licenziati!”
Il tutto mentre Msc lavora a un’offerta lampo per Ita, mettendo sul piatto fino a 400 milioni, in raccordo con Lufthansa. La società della famiglia Aponte (Msc), attiva nelle crociere e nel trasporto merci via mare, vuole sorprendere così le due altre realtà che puntano a Ita. La sfida è lanciata sia alla cordata tra Air France, Delta e il fondo Certares; e sia infine al fondo Indigo. Forse già questa, il ministero dell’Economia aprirà alle tre entità in gara la data room di Ita Airways, dove sono custodite le informazioni riservate sul vettore (oggi pubblico al 100%). Dopo pochi giorni, Msc Group – alleata di Lufthansa in questa partita – sarà in grado di presentare un’offerta vincolante di acquisto per Ita.