Categorie: Economia urbana

La (lunga) marcia del credito a Roma

I prestiti tornano a crescere dopo anni di strette. Salgono del 2,5% quelli alle imprese e dell’1,8% i finanziamenti alle famiglie. Ma l’impennata dei crediti in sofferenza (+19%) spinge le banche a fidarsi ancora poco

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Qualche nube in meno, ma parlare di cielo sereno è decisamente presto. A Roma e nel Lazio il credito bancario all’economia reale prova a lasciarsi alle spalle una stagione difficile, fatta di improvvise strette e inaspettate ripartenze. Anni di rubinetti chiusi che hanno pesato sulle chances di ripresa, considerato che in Italia la prima fonte di finanziamento delle imprese, soprattutto per le Pmi, più ostacolate a generare flussi di cassa e dunque ad autofinanziarsi, è il prestito bancario.

Una premessa d’obbligo. Molto hanno pesato le sofferenze, ovvero i finanziamenti che le aziende non riescono a rimborsare e che in Italia ammontano oggi a quasi 200 miliardi. Un macigno sul sistema bancario che negli anni ha da una parte creato vere e proprie voragini nei bilanci degli istituti (si tratta di soldi prestati e non rientrati, il caso Mps o delle banche venete stanno lì a dimostrarlo), dall’altra convinto gli stessi ad un atteggiamento sempre più prudente nella concessione di prestiti. Il risultato sono investimenti bloccati e progetti rimandati, il tutto a danno di occupazione e prodotto interno lordo locale.

 

Un lento miglioramento nell’erogazione di prestiti a partire dal 2016

Eppure, a partire dal 2016, la situazione ha iniziato lentamente a migliorare. Certo, per tornare alla situazione pre-crisi ce ne vorrà, ma intanto si può mettere agli atti un’impercettibile inversione di tendenza. D’altronde, anche grazie al programma del Quantitative easing messo a punto dalla Bce (iniezione di liquidità nel sistema economico) le banche hanno finito col mettere in pancia parecchio denaro. Ma nonostante il bazooka di Francoforte, le difficoltà nella riscossione dei prestiti hanno persistito, finendo con l’ingessare la ripresa.

Secondo i dati elaborati dall’associazione bancaria per Radiocolonna.it ed aggiornati a inizio anno, a gennaio il totale dei prestiti concessi a famiglie e imprese nell’area metropolitana romana ha toccato i 370 miliardi di euro, in leggero rialzo (+0,6%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Guardando al Lazio, lo stock di credito sfiora i 400 miliardi di euro, in ripresa dello 0,5% sull’inizio del 2016. Dal confronto emerge come la quasi totalità (94%) dei prestiti concessi nel Lazio riguardi l’economia romana.

Scendendo nel dettaglio, il risveglio del credito appare più netto e tonico, se si considerano i soli finanziamenti erogati alle imprese dai 1.800 sportelli bancari a Roma (2.400 nel Lazio). A gennaio, fa sapere l’associazione delle banche, lo stock su Roma ammontava a 83 miliardi, in aumento del 2,5% sull’anno prima. Crescita che ha spinto al rialzo il dato complessivo nel Lazio (93 miliardi, +2%). Anche in questo caso si osserva la medesima concentrazione di credito nell’area capitolina (l’88% del totale).

 

Cresce il credito alle famiglie, ma crescono anche le sofferenze

Anche sul fronte delle famiglie si registra una ripresa dei finanziamenti. Poco meno di 53 miliardi a inizio anno (+1,8%) il monte-finanziamenti concesso ai nuclei romani, 63 miliardi in tutto il Lazio. Bisogna fare attenzione a non cadere in trappola però, perché se da una parte crescono i prestiti, dall’altra aumenta lo stock di quelli difficili da recuperare, le sofferenze.

E qui c’è l’altra faccia della medaglia, perché la situazione è tutt’altro che vicina dall’essere sanata. L’Abi infatti rileva come a Roma i crediti incagliati ammontino a 20 miliardi, in aumento del 5,4% rispetto all’inizio del 2016. Il grosso delle sofferenze, 16 milioni, riguarda le imprese capitoline. Ma il dato più significativo è un altro. I prestiti difficilmente rimborsabili relativi alle imprese romane sono aumentati del 19% nel giro di un anno, segno dell’enorme difficoltà da parte delle aziende di reperire la cassa necessaria al rimborso delle rate. Il che ovviamente non gioca a favore delle stesse, visto che le banche, subordinano l’erogazione di nuovo credito alla restituzione del pregeresso.

Nel suo ultimo bollettino dedicato all’economia laziale, aggiornato a novembre, la Banca d’Italia parla di una stabilizzazione del credito, con gli istituti protesi ad allentare la stretta, forse spinti dalla crescente domanda di prestiti. “Nelle valutazioni delle banche la domanda di credito di imprese e famiglie si sta rafforzando. Gli intermediari indicano il permanere di politiche di offerta distese per le famiglie e un graduale allentamento delle condizioni applicate alle imprese. E le nostre indagini presso le aziende confermano tali indicazioni”, si legge.

“La qualità del credito alla clientela non ha mostrato mutamenti sostanziali nel primo semestre del 2016, con il tasso d’ingresso in sofferenza per imprese e famiglie che si è attestato sui livelli della fine del 2015. Mentre l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti rimane elevata, ma si è stabilizzata”.

Tradotto: se da una parte si tenta di andare incontro alle esigenze di aziende e famiglie, dall’altra le banche continuano a prestare denaro col contagocce, in nome di una prudenza frutto dell’enorme mole di crediti incagliati. Un bel problema per un tessuto economico che, come ha rilevato la Camera di commercio di Roma in una recente indagine, mette in cima alla lista dei problemi proprio la difficoltà nell’accesso al credito.

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