È mobilitazione totale sulla Roma-Civita Castellana-Viterbo. A lanciarla sono gli instancabili pendolari del Comitato pendolari Ferrovia Roma Nord, un gruppo di utenti che da anni lotta per migliorare la situazione della ferrovia che collega la Capitale con la Tuscia. Prima gestita da Atac e ora dal tandem Cotral-Astral, i problemi della linea nata nel 1932 – nell’anniversario della marcia su Roma – sono sempre gli stessi: ritardi, cancellazioni, problematiche del servizio extraurbano e più in generare un’assenza di affidabilità che ha reso negli anni la linea una delle peggiori ferrovie d’Italia, secondo il rapporto Pendolaria di Legambiente. Oggi i pendolari sono i campo con una raccolta firme che già sta riscuotendo risultati interessanti, viste le forze in campo e l’attività di puro volontariato svolto dal comitato.
“Questa raccolta firma verrà consegnata alla Regione Lazio in occasione di una manifestazione che avrà luogo il mese prossimo. Novembre è il mese dedicato alla raccolta delle firme e stiamo seguendo un calendario serrato per raggiungere i passeggeri di diverse fermate della Roma-Viterbo tra cui Flaminio, Riano, Morlupo e altre ancora – spiega a Radiocolonna il presidente del comitato, Fabrizio Bonanni – i nostri banchetti sono presenti anche davanti a supermercati e attività in luoghi interessati dalla tratta e che hanno deciso di ospitarci in segno di solidarietà nei confronti della nostra battaglia. Abbiamo costruito un gruppo di attivisti molto nutrito, in grado di porre in essere un’azione capillare necessaria per una mobilitazione di alto livello”.
Il livello di coinvolgimento in questa mobilitazione non tocca solo la sfera dell’utenza ma anche quella delle istituzioni, visto che a firmare è anche stato, per ora, il sindaco di Castelnuovo di Porto.
“I disservizi sono sempre gravi. Si pensi che l’altro ieri su cinque treni extraurbani mattutini ne sono saltati quattro. Numeri spaventosi – racconta il comitato a RC – È una crisi strutturale che non conosce pause e che riguarda il tema delle infrastrutture come quello della manutenzione dei treni. L’intasamento della Flaminia, della Cassia e della Tiberina dice chiaramente una cosa: gli utenti non si fidano più della Roma-Civita Castellana-Viterbo e decidono sempre più spesso di affidarsi ai mezzi privati, con conseguenze nefaste per la viabilità di tutto quel quadrante cittadino. Però stiamo notando con piacere che gli utenti hanno una consapevolezza sempre maggiore verso il proprio status di pendolari che subiscono torti e ingiustizie. L’attenzione alla causa della Roma-Viterbo e la voglia di mobilitarsi per far valere i propri diritti sono un passo importante per sperare di avere, un giorno, una linea ferroviaria degna di questo nome”.