Non è l’Ilva, ma per una città come Pomezia è un colpo pesante. Stiamo parlando della chiusura dello stabilimento della Sammontana, 96 lavoratori che rischiano di finire da un giorno all’altro senza un lavoro, è un altro centinaio di persone dell’invito che potrebbero avere pesanti ricadute dalla decisone dell’azienda. Lunedì 25 ci dovrebbe essere un incontro decisivo al ministero del Lavoro, ma le speranze sono poche.
L’azienda , attiva a Pomezia dal 1973, ha deciso di spostare gran parte della produzione a Verona e a Empoli. Ad oggi solo una ventina di lavoratori, sui 96 totali, avrebbero deciso di trasferirsi negli altri poli produttivi dell’azienda. Intanto per tutti è stata aperta la procedura di licenziamento collettivo. Il fatto è che i dipendenti vengono da un anno di contratto di solidarietà, considerato che la Sammontana da tempo ha ridotto le proprie linee produttive a Pomezia.
“Siamo amareggiati per come stanno evolvendo le trattative. La paventata chiusura dello stabilimento Sammontana di Pomezia mette a rischio il futuro di 96 lavoratori e indebolisce il tessuto produttivo del territorio”. afferma il sindaco di Pomezia, Adriano Zuccala’.
“Fin dal primo momento, abbiamo intavolato un discorso prima con i sindacati e poi con l’azienda stessa. Abbiamo in cantiere diversi progetti, programmi e investimenti per rendere sempre piu’ interessante investire nel nostro territorio – dice Zuccalà – Questa programmazione e’ colpevolmente mancata negli ultimi decenni e oggi ci troviamo a dover costruire da zero. Abbiamo chiesto a piu’ riprese un incontro con la Regione per discutere, tutti allo stesso tavolo, del futuro delle aziende sul territorio, non solo per rincorrere situazioni puntuali, ma per instaurare un dialogo che possa creare terreno fertile per gli investimenti. Purtroppo questa collaborazione ad oggi e’ mancata e ci troviamo a parlare, ancora una volta, di esuberi”.
All’attacco Stefano Mengozzi, candidato sindaco per il Pd alle scorse elezioni. “Una città ferita, un’altra tragedia occupazionale che si abbatte sul nostro territorio. Cosa c’è che non va nel nostro territorio? Banalmente, tutto. Non funziona la viabilità, non funzionano i servizi (quello stabilimento ha operato fino ad oggi senza rete) c’è una rete logistica frammentata. Risultato: le aziende scappano e a rimanere sono migliaia di lavoratrici e lavoratori disoccupati o cassintegrati. Benvenuti a Pomezia, la (ex) città del lavoro. Oggi capitale della disperazione”.
Ma l’impressione è che la vicenda della Sammontana sia in qualche modo emblematica dell’incapacità di tutta l’area attorno a Roma di attrarre investimenti.