L’anno che verrà dei rifiuti. Nel 2020 stangata sulla Tari?

Il prossimo anno Ama spenderà 20 milioni in più del 2019 per mandare i rifiuti altrove. Senza impianti, mazzata sicura

Ama spa
(immagine di repertorio)

Più che un desiderio per l’anno che verrà, è un incubo. Il 2020 che sta per iniziare porterà in dote per i romani, salvo clamorose svolte nella gestione dei rifiuti, un aumento della Tari. La tassa sulla spazzatura che tiene in piedi i conti Ama e che da sola vale 723 milioni di ricavi su un totale di 800. Il motivo è presto spiegato. Roma continua a spedire la sua spazzatura altrove visto che è sprovvista di impianti adeguati. E questo ha un costo. Il prossimo anno, se le cose non cambieranno, Ama si ritroverà a dover sostenere costi maggiori per mandare i rifiuti indifferenziati altrove. Il 2019 è stato d’altronde un anno funesto per i traballanti Tmb capitolini. Rocca Cencia perennemente al collasso e l’impianto sulla Salaria andato a fuoco e per questo funzionante a metà. Naturale che il bilancio ne risenta: meno spazzatura smaltita in loco, più costi per portarla fuori dal Lazio presso impianti terzi. Dunque Tari più alta. E i no grillini a nuovi impianti, non aiutano.

L’amministratore di Ama, Stefano Zaghis, è stato chiaro. Se il Campidoglio rifiuta il termovalorizzatore, aumenterà la Tari “perché noi continueremo a spendere un sacco di soldi per mandare altrove i rifiuti”. Lo stesso Zaghis lo ha ribadito davanti alla Commissione Ambiente del Consiglio comunale come nel 2019 Ama ha speso 170 milioni di euro per mandare i rifiuti in impianti non di proprietà fuori città, Regione o Italia, e nel 2020, se non si trova una soluzione sulla discarica di Colleferro, andrà a spendere almeno 190 milioni che pagherà tutta la popolazione”.

E pensare che dopo gli innumerevoli scontri e rimpalli di responsabilità sullo spinoso tema della gestione dei rifiuti di Roma, il Campidoglio a 5 Stelle e la Regione Lazio a guida hanno trovato un’intesa. Si tratta di un accordo, raggiunto a meno di un mese da una possibile emergenza rifiuti nella Capitale, che prevede sostanzialmente due impegni: da parte del Comune ad individuare all’interno dei confini cittadini un sito per realizzare una discarica definitiva in circa 18 mesi. Ma basterà a evitare l’aumento della Tari? Forse no.

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