Il 33,5 per cento dei contratti attivati e’ un part time involontario, nei contratti a tempo indeterminato, che non raggiungono il 17 per cento del totale, la percentuale dei part time e’ anche superiore alla media con il 35,6 per cento. I dati forniti dall’Inps sui primi tre trimestri del 2022 “evidenziano un’occupazione piu’ precaria e povera a Roma e nel Lazio con poco piu’ di un nuovo contratto su 10 a tempo indeterminato e full time”. Lo scrive su Facebook la Cgil di Roma e del Lazio.
“Il tempo determinato – prosegue il sindacato – che riguarda il 55,6 per cento delle nuove assunzioni ha anche una durata temporale estremamente limitata: il 34,5 per cento ha una durata inferiore ai 30 giorni. Il 12,5 per cento dura solamente un giorno, un dato in crescita rispetto al 10 per cento dei primi tre trimestri del 2021. Un ampio utilizzo dei contratti a tempo determinato e di breve durata – afferma il sindacato – contribuisce a far si’ che nel Lazio il rapporto tra contratti cessati e persone coinvolte sia pari a 2,25, superiore alla media nazionale di 1,63. Cio’ significa – sottolinea la Cgil di Roma e del Lazio – che mediamente una persona coinvolta dalla cessazione di un contratto si ritrova in questa condizione piu’ di due volte nel corso di soli 9 mesi”.
“All’instabilita’ lavorativa – prosegue il sindacato – si aggiunge il lavoro povero. Il 60 per cento dei nuovi contratti attivati riguarda mansioni e figure professionali con basse retribuzioni, una questione che deve interrogare tutti sulla qualita’ dei settori produttivi della Capitale e del Lazio. Aspetteremo i dati dell’ultimo trimestre per una valutazione piu’ compiuta e approfondita ma – prosegue la Cgil di Roma e del Lazio – ad oggi non c’e’ alcuna evidenza di un’inversione di rotta che ci puo’ far affermare che il lavoro stia diventando piu’ stabile e di qualita’, elementi che per la Cgil sono centrali per misurare l’andamento della situazione economica e il benessere generale delle persone. Senza scelte importanti – afferma il sindacato – Roma e il Lazio rischiano di diventare aree del Paese sempre piu’ povere, non attrattive ed esauste dal punto di vista produttivo. In questa direzione auspichiamo che nel piu’ breve tempo possibile veda la luce il Patto per il lavoro e lo sviluppo sostenibile proposto unitariamente a Roma Capitale e che, appena insediata la nuova giunta regionale, si possa aprire un confronto sugli strumenti, le sperimentazioni e le azioni che la Regione Lazio puo’ mettere in campo per governare le transizioni e le trasformazioni del mondo del lavoro in atto creando occupazione buona e stabile”, conclude la Cgil di Roma e del Lazio.