“I fondi ci sono nella sanità, ma sono gestiti male”. Così, in una nota, i consiglieri regionali della Lega, Orlando Tripodi, Laura Corrotti, Daniele Giannini e il responsabile del comparto del partito Luisa Regimenti che questa mattina hanno ascoltato le criticità di un centinaio dei medici di Roma e delle province emerso nel primo tavolo della Lega sulla Sanità in Consiglio regionale del Lazio.
“Gli ospedali della Capitale – si legge nella nota – sono al collasso per il pesante taglio dei posti letto e la chiusura dei nosocomi nelle province, oltre al fallimento delle Case della Salute, aperte una decina rispetto alle 48 annunciate nel 2013, e all’inesistente filtro sul territorio dovuto ad una scarsa pianificazione con un bilancio allarmante nei prossimi anni: – 14mila medici di base, oltre al calo di 1.400 chirurghi. Non va meglio il ricambio generazionale: non c’è una prospettiva per i nuovi camici bianchi, peraltro preparatissimi, costretti a recarsi fuori regione o all’estero”.
In particolare i medici hanno denunciato, riferisce la Lega in Regione Lazio, “le difficoltà di accesso alle cure per i pazienti oncologici e al sistema Intramoenia per i disservizi legati al Recup; il dramma delle liste di attesa che si ripercuote persino sulle pazienti con il tumore al seno, ad esempio all’Asl Rm2, con tempi di due-tre mesi; la perdita del contatto fra il medico di base e il paziente; l’assenza delle vaccinazioni per le Epatite A, insieme ad una rete nazionale; le apparecchiature obsolete delle sale operatorie; il fallimento del sistema Triage nei pronto soccorso. Questi ultimi sono quotidianamente paralizzati sia per il taglio dei posti letto sia per l’insufficienza delle barelle con il blocco delle autoambulanze! Se Roma piange, le province sono disperate: i medici devono tornare sul territorio altrimenti non ci sarà un futuro”.