Licenze taxi, Aloisi (NCC): ecco perché la decisione del Governo è una presa in giro colossale

L’esponente di Anitrav NCC a Radiocolonna: a rimetterci sarà l'utenza

Non sono andate giù a tanti NCC le conclusioni del braccio di ferro tra Governo e mondo dei taxi sul rilascio di nuove licenze. Uno scontro – nel quale hanno avuto la meglio le auto bianche – dove si è deciso di rimandare la palla ai Comuni che potranno rilasciare fino a un 20% di licenze in più attraverso un concorso straordinario, con procedure accelerate e aperte a nuovi operatori, secondo le parole del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Ma il decreto legge “Asset e investimenti“, che contiene le misure per aumentare l’offerta di taxi nelle città italiane, ha fatto storcere il naso a tanti noleggiatori NCC, rivali storici dei tassisti all’interno della cornice del trasporto pubblico non di linea. Giulio Aloisi, dirigente di Anitrav-NCC, a Radiocolonna usa parole molto dure nei confronti del decreto legge e dà il suo punto di vista su una decisione controversa che continuerà a far discutere anche nei prossimi mesi.

“Le nuove licenze che potranno essere rilasciate dai Comuni saranno a titolo oneroso: in sintesi, chi la vuole deve pagare più o meno il prezzo di mercato che una licenza taxi vale sul territorio. C’è anche la possibilità di prendere licenze stagionali, rinnovabili fino a due anni e se i Comuni lo vogliono sempre a titolo oneroso – spiega Aloisi a Radiocolonna – il gioco del Governo è chiaro: far finta che un problema sia stato risolto quando in realtà di sistemato non c’è proprio nulla. I Comuni avevano già la possibilità di rilasciare nuove licenze ma questo non è avvenuto perché il mondo dei taxi ha fatto muro, una dinamica che avverrà anche in questo caso. C on la differenza che qui c’è l’ostacolo ulteriore del costo salato dei nuovi titoli”.

Secondo l’esponente di Anitrav, poi, l’operazione posta in essere dal Governo Meloni sarebbe una sorta di remake di un lavoro iniziato dai governi di centrosinistra.

“È curioso vedere anche la matrice di quest’operazione-bluff del governo di destra sulle licenze taxi – spiega – le note per le licenze momentanee richiamano il Decreto Bersani nel 2006, che poi fallì sul tema perché i tassisti invasero le città e si mostrarono piuttosto aggressivi. Quindi in sintesi: non ci saranno taxi in più in grado realmente di aiutare l’utenza e in più, dulcis in fundo, hanno chiesto a Salvini di attuare di decreti del 2019 sul noleggio con conducente, ovvero più paletti e ingessature per gli NCC”.

 

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