Maltempo: Coldiretti Lazio, grandine distrugge frutta e ortaggi, si valuta stato di calamità

Una situazione che rischia di far salire il conto dei danni anche nel 2023 dopo che lo scorso anno per effetto del clima anomalo è andato perduto il 10% della produzione

Ingenti i danni causati dal maltempo in tutto il Lazio con violenti temporali e trombe d’aria, accompagnati dalla grandine che ha distrutto frutta, soprattutto fragole, albicocche, pere, pesche e mandorle, ma anche ortaggi: dalle zucchine ai carciofi fino agli asparagi e alle fave, che rischiano di mancare per l’appuntamento del primo maggio. Tra le zone più colpite Latina, Viterbo e i Castelli Romani, in modo particolare Velletri. “I forti temporali con precipitazioni violente – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – soprattutto se accompagnati da grandine, hanno provocato danni irreparabili alle coltivazioni e ai frutteti. I nostri produttori sono stati costretti a sostituire migliaia di giovani piante. I raccolti sono sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Solo nel Lazio i danni causati dai proprio dai cambiamenti climatici, superano i 250 milioni di euro all’anno”.

Numerose le segnalazioni arrivate soprattutto da Fondi e Terracina, in particolare dalle località Barchi e Monte San Biagio. Tra le colture più colpite ortaggi a campo aperto, fragole favetta, ma anche frutteti, vigneti ed oliveti. I responsabili della federazione provinciale di Coldiretti hanno subito contattato gli uffici dell’area decentrata della Regione Lazio per chiedere la valutazione dei danni subiti dagli agricoltori e valutare lo stato di calamità, così per le altre zone del Lazio che sono state colpite. Nella zona dei Castelli Romani e soprattutto a Velletri sono stati danneggiati oltre 200 ettari di terreno in particolare nelle località Le Castella, Cinque Archi e Colle San Clemente, dove sono stati colpiti vigneti e frutteti. Coldiretti Roma ha chiesto al Comune di Velletri di attivarsi per la mappatura delle aree colpite e la richiesta dello stato di calamità. Preoccupante la situazione anche nella Tuscia, dove ad essere maggiormente colpiti dai dani causati dalla violenta gradinata e dal maltempo, sono state le aree comprese tra i comuni di Tarquinia, Montalto di Castro e la frazione di Pescia Romana. Distrutti asparagi, carciofi e mandorle.

Non solo, danni sono stati causati anche da frane e smottamenti, poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. “Un taglio della produzione agricola preoccupante dopo che il brusco abbassamento delle temperature notturne – prosegue Granieri – Una situazione che rischia di far salire il conto dei danni anche nel 2023 dopo che lo scorso anno per effetto del clima anomalo è andato perduto il 10 per cento della produzione. Il maltempo si abbatte su un territorio fragile per la siccità con aziende agricole in sofferenza dopo un inverno che dal punto di vista climatologico ha fatto segnare una temperatura superiore di 1,21 gradi la media storica, ma l’anomalia è addirittura di 1,38 gradi in più”. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi, che compromettono le coltivazioni nei campi, con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

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