“Crimine infame, lo Stato è qui”. Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è recata nella scuola di Caivano, periferia a nord di Napoli, dove si sono consumati gli abusi ai danni delle due ragazzine di 11 e 12 anni. “Se siamo qui oggi a condannare un episodio barbaro” – ha detto la premier – a 10 anni dalla vicenda della piccola Fortunata Loffredo, “la bambina buttata giù da un balcone dopo aver subito abusi, allora significa che qui si è consumato un fallimento dello Stato. Siamo qui per dare segnali concreti”.
Meloni ha rimarcato che “il messaggio principale che noi vogliamo dare è che non devono esistere zone franche ed è un messaggio che noi diamo qui, ma il Parco Verde di Caivano non è l’unico territorio che versa in queste condizioni: sono molti i territori che versano in queste e il messaggio è rivolto alle tante Caivano d’Italia”.
“Penso che occorra tentare di dare segnali diversi. Uno Stato giusto ha prima di tutto il dovere di difendere i più deboli. I minori sono i principali tra questi soggetti e io vi confesso che il numero delle persone coinvolte nel duplice stupro alimenta in me il terrore che episodi di questo genere siano più di quelli che emergono alla cronaca dei fatti”.
LA RIAPERTURA DEL CENTRO SPORTIVO
“Il centro Delphinia è un grande centro sportivo, parliamo di circa 25mila metri quadri di struttura, che pare possa essere anche il luogo, dove si è consumato il duplice stupro” ha detto Meloni. “Si tratta di una struttura da anni abbandonata e che oggi è una discarica a cielo aperto ed è uno dei luoghi in cui il degrado favorisce la criminalità. Il nostro obiettivo è riaprire il centro sportivo entro la prossima primavera. Il ministro Sangiuliano ha già messo a disposizione 12 milioni di euro in tre anni” per fare “una biblioteca e una sala multimediale e lettura che possano essere collocate dentro il centro Delphinia in modo che diventi un centro polifunzionale”.