Metro C, dalla città dei 15 minuti ai 15 minuti di attesa in banchina

La domanda di Salviamo la Metro C: come verranno spesi i 36 milioni di euro stanziati dal ministero per l’acquisto di nuovi treni?

Era inizio aprile 2022 quando un convegno in Campidoglio illustrava un ambizioso progetto di trasformazione urbanistica della città. Il titolo era ‘Roma a portata di mano: la città dei 15 minuti’ e si discuteva sulla possibilità di rendere Roma una città in cui i servizi principali fossero a portata di mano per tutti, entro 1.250 metri dalla residenza di ogni cittadino, uno spazio che potrebbe essere percorso in circa 15 minuti a piedi o in bicicletta.

Questo piano di sviluppo della città è stato proposto dall’urbanista franco-colombiano della Sorbona Carlos Moreno, scelto dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri per trasformare radicalmente il rapporto tra cittadino e mobilità.

Ma dietro a progetti interessanti e futuribili c’è la realtà del trasporto pubblico capitolino dove 15 minuti, spesso, è il tempo che un cittadino deve aspettare per prendere una metropolitana.

È questa la denuncia di Salviamo la Metro C, il comitato di esperti che da anni bacchetta le varie amministrazioni sui modi con cui gestiscono il trasporto su ferro della Capitale.

“La mancata programmazione per tempo delle revisioni intermedie dei treni, tutti prodotti tra il 2010 e il 2011, sta limitando il già corto parco rotabile della Linea C con effetti ovviamente sulle frequenze che si attestano tra i 12 e 15 minuti in assenza di guasti o ulteriori disagi – spiega Salviamo la Metro C – ma Gualtieri e Patanè non potranno a lungo celarsi dietro tale eredità fino a quando continueranno a operare in perfetta continuità con i predecessori.

La Linea C, che ha la stessa lunghezza della Metro A, ha un parco rotabile di soli 13 treni (meno della metà dei 38 della Linea A). Il decreto ministeriale n. 86 del 2 marzo 2018 ha messo a disposizione 36,4 milioni per l’acquisto di nuovi treni ma dal 2018 a oggi nessuno, compresa la nuova Giunta, ha chiarito, come e quando quei soldi verranno spesi o torneranno indietro. La città dei 15 minuti – conclude – finora è nelle attese in banchina”

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