Metro C e l’archeologia: l’esempio di Centocelle

Radiocolonna va alla scoperta dei tesori archeologici emersi grazie ai lavori della Metro C di Roma

La costruzione delle infrastrutture può essere una grande occasione sia per la mobilità di una città, sia per la scoperta del patrimonio archeologico sotterraneo. Soprattutto a Roma, dove per anni si è imputato alle varie amministrazioni un immobilismo “infrastrutturale” dovuto al fatto che “dove scavi, trovi qualche reperto e tutto poi si ferma”. Ma l’esempio della Metro C di Roma dimostra che, al contrario, si possono costruire gallerie e si può scavare nelle viscere di una città archeologica valorizzando quello che viene rinvenuto nel sottosuolo durante i lavori.

Radiocolonna andrà alla scoperta di alcune stazioni dove la Metro C ha permesso di far emergere piccoli tesori archeologici di un passato lontano. La prima tappa e alla stazione Parco di Centocelle, situata tra la via Casilina e la via Palmiro Togliatti e collocata di fronte al grande Parco Urbano Archeologico di Centocelle.

“Sono venuti alla luce due ambienti con destinazione funeraria, uno dei quali riconoscibile in un colombario, ovvero un tipo di camera sepolcrale composta da nicchie in cui venivano conservate le urne con le ceneri dei defunti – spiega Metro C Spa – Tutte le strutture mostrano cortine in opera reticolata, internamente gli ambienti delle pareti dovevano essere rivestiti da intonaci colorati, come si evince dai numerosi frammenti rinvenuti. Le urne, poste all’interno delle nicchie, in alcuni casi contenevano solo il corredo funerario, in altri anche resti ossei. Inoltre sono stati rinvenuti i resti di un antico tracciato viario”.

(foto di Metro C spa)

 

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