“Diritto di Residenza e Libertà di Movimento. #indivisibili”. È lo striscione esposto in piazza Bocca della Verità a Roma dai Movimenti per il diritto all’Abitare, per manifestare, contro “la persistenza dell’articolo 5 del cosiddetto ‘Piano Casa’ del 2014, che nega la residenza a chi occupa, e contro la legge Salvini che aggredisce il diritto alla residenza dei richiedenti asilo in attesa di permesso”.
Dalle tante famiglie con bambini agli studenti, passando per i centri sociali, migranti e associazioni: una folla composta da diverse realtà sociali è scesa in piazza per chiedere “che sia indicato all’Anagrafe e ai municipi romani un percorso che ripristini in maniera formale il diritto alla residenza e garantisca la libertà di movimento contro tutti quei muri e quelle barriere interne, che si sommano alle frontiere esterne, utili solo a fomentare odio sociale e guerra tra poveri”.
Tra bandiere rosse con su scritto “Stop sfratti sgombri e pignoramenti” e lo slogan “indivisibili”, che colorano il sit-in, ad animare la manifestazione anche i cori e la musica proveniente dalla casse audio installate in piazza, che si alterna con gli interventi al microfono da parte di esponenti dei movimenti per il diritto all’abitare e di molti cittadini che raccontano la propria esperienza.
Una protesta, dunque, che si rivolge sia contro l’articolo 5 del cosiddetto “Piano Casa” del 2014 del governo Renzi, che contro il decreto sicurezza del ministro dell’interno Matteo Salvini.
“La giornata di oggi, 1 marzo, è stata lanciata da un’assemblea nazionale che c’è stata a Macerata qualche tempo. – ha detto Paolo Di Vetta dei Movimenti per il diritto all’Abitare – Ci siamo riconosciuti nello slogan ‘indivisibili’ che unisce le lotte degli italiani a quelle dei migranti. Oggi è una giornata legata al diritto di residenza e alla libertà di movimento. Ci sono delle leggi che stanno impedendo l’iscrizione anagrafica dal 2014 per chi occupa un edificio e non ha un titolo. Soprattutto, con la legge Salvini, adesso questa iscrizione anagrafica è negata anche ai rifugiati in attesa di status riconosciuto. Noi – ha concluso Di Vetta – chiediamo che venga cancellato l’articolo 5 della legge Lupi del 2014 e che venga anche cancellata la legge Salvini che affronta la sicurezza e l’immigrazione in una forma securitaria che non accettiamo”. Al presidio hanno aderito anche i sindacati Cobas.