Mps, il governo blinda Siena con un colpo da maestro

La cessione del 15% dimostra che è possibile proteggere un asset anche ricorrendo al mercato e a soci battenti bandiera tricolore

Il sapore del sovranismo c’è tutto. E meno male. La vendita di un altro 15% del Monte dei Paschi di Siena segna un punto di svolta nella politica industriale del governo di Giorgia Meloni. Sì, perché la cessione della quota e annesso premio della banca più antica del mondo, altro non sono che un piccolo capolavoro: blindare l’asset dell’istituto guidato da Luigi Lovaglio in mani italiane.

Il governo scende così dal 26,7 all’11,7% di Mps e incassa altri 1,1 miliardi. Banco Bpm e Anima (che ha già l’1% del Monte) si fanno spazio nell’istituto senese, portandosi nell’insieme al 9%. Al loro fianco, un duo di imprenditori italiani costruisce un presidio nazionale nel capitale della banca toscana: fra loro la cassaforte Delfin dei Del Vecchio e il gruppo Caltagirone, che hanno acquistato il 3,5% del Monte a testa, investendo nel complesso circa 500 milioni

Una operazione servita su un piatto d’argento in una fase delicatissima: è di alcuni giorni fa l’annuncio dell’Opa di Banco Bpm su Anima Holding, che aveva messo in fermento il settore bancario, coinvolgendo anche Montepaschi , che infatti era già in fibrillazione sul mercato. E, infatti, l’ulteriore tranche messa in vendita dal Tesoro è stata acquistata proprio da Banco ed Anima, con la complicità di Caltagirone e Delfin. Il Tesoro, inizialmente, ha messo in palio il 7%: operazione durata un paio di ore e che si è conclusa con un aumento della quota messa in vendita dal Tesoro al 15% del capitale di Mps.

L’effetto in Borsa, questa mattina, si è fatto subito sentire. La cessione ha messo le ali al titolo della banca senese e riacceso il risiko, galvanizzando nuovamente il comparto dei bancari. Mps guadagna oltre il 14 % a 6,29 euro. In forte progresso anche Banco Bpm (+3,82%) e bene Anima (+0,49%), che hanno acquisito rispettivamente il 5% e il 3% di Mps. E che la regia sia un po’ tutta della Lega, lo hanno fatto capire anche le parole di Matteo Salvini.

“La sinistra era quasi riuscita a distruggere un patrimonio enorme come quello di Mps che oggi invece diventa, grazie all’azione dello Stato e a una gestione ordinata, un polo attrattivo per grandi investitori italiani. Ne sono molto orgoglioso: la strada era ed è quella giusta”. Al prossimo giro.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014