Muncipio IX: scontro sul termovalorizzatore, il no categorico di Legambiente

Ieri un lungo consiglio municipale dove il Pd ha cercato di mediare con gli attivisti "imbavagliati" in protesta, all'indomani della dimissioni dell’assessore municipale all’Ambiente, Alessandro Lepidini del Pd, contrario alla realizzazione dell’impianto.

Si sono imbavagliati e hanno mostrando dei cartelli con su scritto “no inceneritore”: così diversi attivisti hanno protestato ieri nell’aula del Consiglio del IX Municipio contro la realizzazione del termovalorizzatore, voluto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, a Santa Palomba.

I lavori, iniziati nel primo pomeriggio, si sono protratti fino a tarda sera. Al centro della discussione, la realizzazione del termovalorizzatore di Santa Palomba, prevista dal piano per lo smaltimento dei rifiuti del sindaco Roberto Gualtieri. La seduta si è tenuta all’indomani delle dimissioni dell’assessore municipale all’Ambiente, Alessandro Lepidini del Pd, contrario alla realizzazione dell’impianto.

Oltre ai membri del Consiglio, nell’aula del parlamentino di largo Peter Benenson si sono dati appuntamento anche una schiera di attivisti e cittadini del territorio. Alcuni membri di Legambiente si sono presentati imbavagliati con un fazzoletto arancione sulla bocca. Altri, attivisti dei comitati cittadini, tenevano in mano cartelloni contro l’impianto di smaltimento rifiuti.

“Un territorio già saturo”, scrive il circolo Legambiente Agro Romano Meridionale

Ad aprire la discussione, moderata dal presidente del Consiglio municipale Luca Bedoni del Pd, è stata la presidente del municipio Titti Di Salvo. “Non ho mai nascosto che considero il termovalorizzatore, nel contesto delle nuove tecnologie, una possibile soluzione alla chiusura del ciclo dei rifiuti e considero l’autonomia di Roma un elemento imprescindibile per tagliare il folle business dello smaltimento degli scarti”” ha detto Di Salvo. Nel corso della seduta, interrotta a più riprese per le proteste in aula e per regolare la turnazione degli interventi istituzionali, hanno preso parola l’assessora all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, e il segretario regionale di Europa verde, Filiberto Zaratti.

Il termovalorizzatore – che sarà costruito in un’area industriale a Santa Palomba – “riduce complessivamente le emissioni della città”- ha spiegato Alfonsi -. “Mi sembra che si faccia finta che la situazione oggi sia ambientalmente sostenibile e non si tenga conto dei benefici che porterà l’impianto in tutta la città, che oggi produce un maggiore inquinamento a causa del traffico che scaturisce dal trasbordo dei rifiuti”, ha aggiunto rivolgendosi in collegamento streaming, perché positiva al Covid. “Vogliamo che il ciclo dei rifiuti si chiuda nei nostri confini, Roma ha pesato troppo sui cittadini di altre zone del Lazio e d’Italia”, ha proseguito Alfonsi.

“La città non è mai stata così sudicia, e penso che si voglia stressare la cittadinanza per creare le condizioni sociali che inducano i cittadini a pensare che l’unica soluzione possibile e salvifica sia l’inceneritore. Ne pagheranno le conseguenze tutti i romani”, ha sottolineato Rampelli. “I 600 o 700 milioni che servono per il termovalorizzatore – ha aggiunto – non vanno utilizzati per creare grossi forni che bruciano, ma per rendere efficace ed efficiente la raccolta differenziata”.

Tra coloro che erano presenti in aula, invece, Filiberto Zaratti, che ha spiegato: “Il fatto che a Roma sia stato deciso a monte di fare un inceneritore in assenza di un piano regionale redatto più di un anno fa, che non prevedeva un impianto di smaltimento rifiuti, qualche dubbio, certo, che lo ha fatto venire. A oggi nessuno ci ha detto perché quel piano non funziona. Dopodiché – ha proseguito – senza nessuno studio, senza alcun dato che lo comprovasse si è deciso di fare un inceneritore di 600 mila tonnellate a Roma. Io non sono d’accordo sul metodo. Quando si parla di grandi impianti impattanti – ha aggiunto – bisogna mettere in atto un progetto di partecipazione con i cittadini”.

Assente per concomitanza con altri impegni istituzionali il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, la cui mancanza ha suscitato trambusto nel pubblico. Presenti invece in aula i consiglieri capitolini del Movimento 5 stelle, Linda Meleo, Virginia Raggi e Daniele Diaco, e il consigliere capitolino della lista Civica Calenda, Francesco Carpano. Fuori dall’aula, a presidiare lo svolgimento dei lavori, sono rimaste parcheggiate per tutta la giornata due camionette delle forze dell’ordine.

 

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