Non si attenuano i decibel delle polemiche che sono seguite al post pubblicato su Facebook da Virginia Raggi. L’ex sindaca grillina della Capitale ha parlato della recente decisione del Consiglio di Stato che ha sostanzialmente ritenuto legittime le restrizioni applicate agli NCC da parte della giunta del M5S. In particolare, la Raggi si è intestata la decisione – suggellata dal celebre e controverso articolo 29 del Regolamento comunale – di obbligare gli NCC con autorizzazione ‘non romana’ a chiedere un permesso per operare su Roma. Di fatto limitando fortemente il lavoro di tanti noleggiatori che ad oggi lavorano nella Capitale ma non titoli spesso presi in altre province del Lazio.
“La Raggi ha messo la firma su un Regolamento comunale che è ridicolo, visto che può partecipare al rilascio di titoli autorizzativi chi ha il titolo di Roma o di un altro Stato UE ma non di Viterbo, per esempio – spiega a Radiocolonna Giulio Aloisi, noleggiatore e dirigente di Anitrav-NCC – l’ex sindaca è intenta a descrivere la propria amministrazione come lungimirante, quando in realtà l’articolo 29 presuppone delle limitazioni insostenibili a tanti noleggiatori, imprenditori, padri di famiglia, che in questi anni hanno retto il trasporto pubblico non di linea. Medievale, altro che lungimirante”.
Secondo Aloisi il fatto che tanti noleggiatori debbano chiedere un permesso di entrata e di uscita da Roma è feudale e non avveniristico, ricordando la celebre scena di Troisi e Benigni che passano una dogana medievale al modico prezzo di un fiorino.
“La mia impressione è che la sindaca stia cercando di conquistare un posto al sole per tornare sulla scena politica, visto che ormai non fa più parte della politica che conta – prosegue Aloisi – ma lo sta facendo nel peggior modo possibile, anche perché ormai il M5S non ha più quelle posizioni filo-taxi mostrate in precedenza. Né Roberto Gualtieri si è guardato bene dall’applicare finora l’articolo 29, visto che bloccherebbe la mobilità della Capitale”.