Parlamento: lgnazio La Russa eletto nuovo presidente del Senato – LA DIRETTA

Fumata nera nell'Aula della Camera nella prima votazione per l'elezione del presidente, la seconda sarà convocata alle 14. Da definire altre caselle per il governo, con il nodo del ruolo che ancora Forza Italia continua a chiedere per Licia Ronzulli. Al Mef, secondo quanto si apprende, dovrebbe andare il leghista Giancarlo Giorgetti

Ignazio La Russa

 

Con 116 voti, Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia è stato eletto presidente del Senato. L’elezione dei presidenti delle Camere rappresenta il primo passo della nuova legislatura che si apre oggi a Montecitorio e a Palazzo Madama ed è propedeutica per i passaggi successivi della formazione del nuovo governo.

Pur presenti numerosi in Aula, i senatori azzurri – quando si è arrivati alla lettera “R” nella votazione in ordine alfabetico – non hanno risposto alla chiamata. Ci sono stati anche dei momenti di tensione tra il leader di Fi Silvio Berlusconi e Ignazio La Russa in Aula al Senato: da quanto si è visto da un video del Tg1 e di Sky, l’esponente di Fdi si è avvicinato al Cav che era seduto sui banchi del suo partito e, dopo un breve scambio, l’ex premier sbatte i pugni sul banco e lo manda a quel paese.

Stamattina Fratelli d’Italia faceva sapere che “su La Russa c’è una maggioranza”. A dirlo Francesco Lollobrigida all’entrata della Camera dei deputati, prima della seduta inaugurale. Nei giorni scorsi c’è stato un incontro fra la leader di FdI Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, alla Camera. L’incontro, dopo la fragile intesa abbozzata nella notte, serve a definire l’accordo sulla presidenza della Camera, che dovrebbe andare al leghista Molinari, e quella del Senato, che invece si chiuderebbe su Ignazio La Russa di Fdi. Da definire di conseguenza altre caselle per il governo, con il nodo del ruolo che ancora Forza Italia continua a chiedere per Licia Ronzulli.

Fumata nera nell’Aula della Camera nella prima votazione per l’elezione del presidente. Nessuno ha raggiunto il quorum richiesto di 267 voti, i 2/3 dei componenti dell’Assemblea, per far scattare l’elezione. Servirà una nuova votazione, già prevista alle 14. La seconda sarà convocata alle 14 e la terza alle 17

Al Mef, secondo quanto si apprende, dovrebbe andare il leghista Giancarlo Giorgetti. “Tutto procede bene, state tranquilli, faremo velocemente”. Lo ha detto la leader di FdI Giorgia Meloni. Quanto alla presidenza della Camera, ha detto ancora Meloni, “anche qui la situazione è tranquillissima. Mi pare che l’indicazione sia quella di Riccardo Molinari, punto a chiudere anche qui velocemente”. Rispondendo a chi le domandava che segnale sarebbe se da Forza Italia dovessero arrivare schede bianche alla votazione per il presidente del Senato, ha detto: “Non credo che accadrà”.

 

Ecco cosa succe in Parlamento nei prossimi giorni

Iniziamo dall’elezione dei presidenti delle Camere, passaggio fondamentale che guiderà tutta l’attività parlamentare fino alla fine della legislatura. L’elezione del presidente della Camera scatta nei primi tre scrutini solo se si raggiunge la maggioranza dei 2/3 (pari a 267 voti). Nella seconda e nella terza votazione il quorum scende a 2/3 dei presenti. A partire dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta, pari a 201 voti.

C’è da ricordare che questa è la prima volta che si vota dopo la riforma costituzionale che ha drasticamente ridotto il numero dei parlamentari. Molto diversa la procedura del Senato dove presiedere la prima seduta toccherebbe al senatore a vita ed ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il più anziano tra i componenti di Palazzo Madama (è nato nel 1925). Tuttavia Napolitano non ci sarà a causa delle sue condizioni di salute. Lo scranno di presidente provvisorio andrà, dunque, ad un’altra senatrice a vita, Liliana Segre, nata nel 1930.

Nei primi due scrutini (previsti per la prima seduta) per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell’Assemblea. Ove non si raggiunga tale maggioranza (104 voti su 206), si procede ad una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che ne prende di più. A parità di voti sarà eletto il candidato più anziano di età.

Dopo il discorso del presidente provvisorio, la seduta è sospesa perchè la Giunta per le Elezioni provvisoria deve dichiarare le opzioni dei parlamentari. Alla Camera sono cinque, relative agli Europarlamentari eletti a Montecitorio; al Senato le opzioni da accertare sono ben 26. Ma non basta: entro due giorni dalla prima seduta i parlamentari devono dichiarare a che gruppo aderiscono e questo termine scade domenica. A quel punto i gruppi parlamentari sono convocati per eleggere i rispettivi presidenti. Una volta eletti i capigruppo, si terrà la prima riunione dei presidenti di gruppo: dovrà decidere quando si terrà la seduta in cui eleggere i vicepresidenti, i questori ed i segretari. Alla fine di questa laboriosa procedura e quindi con l’elezione dei presidenti di entrambe le Camere il presidente del Consiglio uscente può salire al Quirinale per dimettersi: resterà comunque in carica per il disbrigo degli affari correnti fino alla nomina ed al giuramento del nuovo governo.

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