Partecipate, la Corte dei Conti boccia la giunta Raggi

Per i magistrati contabili sono scarsi i controlli. E così le controllate pubbliche continuano a fare acqua da tutte le parti. Con Atac che guida la disfatta.

Carenze nel controllo delle partecipate, gravi ritardi nell’approvazione dei bilanci, violazioni dei limiti di spesa per il consiglio di Zetema srl e Roma Servizi per la Mobilità. Con Atac  che è ancora lontana dal recupero degli equilibri di bilancio. Sono questi, in estrema sintesi, i motivi per cui la Corte dei conti torna a bacchettare Roma Capitale. Per i magistrati contabili la gestione delle società controllate dal Campidoglio non va . E come se non bastasse l’amministrazione di Virginia Raggi non ha provveduto ad un  taglio netto nel numero di società pubbliche in portafoglio.

“La magistratura contabile ha accertato diffuse carenze nel controllo analogo sugli enti in house e gravi ritardi nell’approvazione dei bilanci di taluni enti, nonostante un rinnovato impulso impresso dal socio pubblico dal 2020, evidenziando l’esigenza di riorganizzare tale controllo in una prospettiva di maggiore efficienza dello stesso” spiega una nota della sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei conti che ha appena ultimato il Rapporto sulla gestione delle partecipazioni (delibera n. 47/2021).

Nel dettaglio, secondo i magistrati contabili, l’amministrazione Raggi avrebbe dovuto procedere a riorganizzare le attività nel settore del trasporto pubblico locale e nella gestione dei beni di proprietà comunale. E, invece, si è tenuta ben lontano dal farlo nonostante precise indicazioni di legge. Inoltre il Campidoglio avrebbe dovuto evitare “un’impropria commistione nei rapporti finanziari e contabili con il socio pubblico” nella gestione di Roma Metropolitane srl in liquidazione che si è avvantaggiata di un” sistematico soccorso finanziario” in violazione delle norme esistenti e, generando così, inattendibilità dei bilanci 2016, 2017 e 2018, approvati solo nel 2021.

Su Atac spa, poi, nel periodo 2017-2019, i magistrati contabili hanno registrato “diffuse criticità nell’esercizio dei poteri di controllo analogo da parte del socio pubblico oltre che nel conferimento e nell’esecuzione di incarichi professionali e appalti di servizi”  come si legge nella nota stampa. Per non parlare della spesa per la manutenzione, “particolarmente elevata, oltre che in continua crescita” perché reti metropolitane, tramviarie e ferroviarie sono vecchie e il parco mezzi ormai obsoleto. Anche per queste ragioni, “il recupero degli equilibri di bilancio di Atac spa, infine, risulta incerto in ragione di un concorso di fattori causali per la cui gestione è necessaria la massima vigilanza da parte del socio pubblico” conclude la nota.

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