“Ci aspettiamo che il governo convochi un tavolo di filiera per il latte ovino e caprino per aiutarci a strutturare un sistema, che vede oggi la classe industriale operare invece con nessuna programmazione, sacrificando sempre più i produttori ’’. Dino Scanavino, presidente della CIA-Agricoltori italiani, coglie la ragione di fondo che ha spinto in questi giorni i pastori sardi, che coprono il 50 per cento della produzione, ad impegnarsi in una dura protesta.
Ad essi si stanno affiancando anche i produttori della Toscana e del Lazio, riuniti in assemblea a Montalto di Castro. E per domani in piazza Montecitorio, davanti al Parlamento, è prevista una manifestazione dei pastori sardi. ‘’La politica – rileva Scanavino intervistato da Radiocolonna.it – deve infatti aiutare i produttori perché possano contare su una struttura industriale in grado di valorizzare il latte ovino e caprino per prodotti di qualità e non solo per utilizzarlo nella produzione del Pecorino romano ’’.
Secondo il Presidente della CIA occorre infatti una politica industriale e di distribuzione che non usi le produzioni tipiche solo per entrare sui mercati, ma si impegni anche in un ulteriore sviluppo dei territori d’origine. ‘’Da esso, come in Sardegna – sottolinea – dipende la situazione ambientale e sociale di molte aree interne del Paese.
‘’ La tipicità, emblema del nostro made in Italy, dove il settore agricolo-alimentare ha un ruolo determinante – conclude Scanavino – può essere difesa solo se nei territori si opera con attenzione alla sostenibilità, ossia all’equilibrio fra ambiente, economia e sociale. E in tal senso la questione del latte ovino e caprino diventa un importante banco di prova per il governo e l’intero sistema economico.’’