Alitalia, domenica si chiude, ma i sindacati sono già sul piede di guerra. Lunedì il governo chiuderà i giochi su Alitalia, valutando tutte le offerte sul tavolo. Ma per i lavoratori il futuro non convince proprio, al punto di respingere già il piano industriale.
Usb ha dichiarato per il gruppo Alitalia uno sciopero di 24 ore per il 26 luglio, confermato, contro la riedizione di piani fallimentari e tagli occupazionali e salariali. “A ridosso della scadenza del 15 luglio, il giorno in cui Atlantia rompe gli indugi e dichiara in modo formale il proprio interesse per il futuro di Alitalia, più testate giornalistiche confermano le indiscrezioni del piano industriale per la nuova azienda che sarebbe stato elaborato dal gruppo Fsi e Delta, già largamente anticipate nei giorni scorsi e sulle quali avevamo chiesto un smentita al governo”, ha affermato l’Unione sindacale di base.
“La previsione è di forte ridimensionamento della flotta, 740 esuberi (Full time equivalent – che equivalgono a circa 1100 lavoratori) tra il personale di terra, che al momento nasconde altri 600 esuberi (sempre Fte) tra il personale di volo. Si registrano anche rilevanti interventi di tagli salariali e normativi. Ci chiediamo perché così tanto tempo per produrre un piano poverissimo che bastava copiare pedissequamente da uno qualunque di quelli fallimentari prodotti in 17 anni dai vari Mengozzi, Cimoli, Sabelli, Lupi, Hogan, Montezemolo, Cassano, Cramer Ball e Calenda”.
Secondo i sindacati il piano sembra dettato direttamente da Delta ai consulenti delle Ferrovie dello Stato, tra i quali spicca il nome di Roberto Scaramella famoso per aver ridotto Meridiana da 42 a 12 aerei e per aver aperto nel 2014 una procedura di licenziamento per il 90% del personale. Chi ha permesso a un personaggio di questo genere di stare dentro una partita così delicata? Questa volta c’è anche un’aggravante: Delta con una cifra davvero irrisoria di 100-150 milioni di euro, garantirebbe al gruppo Sky Team di mantenere il predominio sulle rotte atlantiche e di usufruire della ‘intermodalità’. Ciò avverrebbe con il sostegno di FS, gruppo industriale partecipato dallo Stato e dello stesso Ministero dell’Economia e Finanze, in un consorzio utile solo a finanziare traguardi industriali privati a scapito dell’interesse del Paese”.