Sono nove le misure che palazzo Chigi ha deciso di definanziare dal Pnrr, per un totale di 15,9 miliardi sui 191,5 complessivi. Tra queste figurano anche quelle rivolte all'utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate e alla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie. Ma il ministro Fitto assicura che saranno salvaguardate "attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il Piano nazionale complementare al Pnrr e i fondi delle politiche di coesione"
Il governo ha riscritto il Piano di ripresa e resilienza, modificando 144 progetti dei 349 che dovranno essere raggiunto entro il 2026. Sono nove le misure che palazzo Chigi ha deciso di definanziare dal Pnrr, per un totale di 15,9 miliardi sui 191,5 complessivi. Tra queste ci sono quelle “per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico”, l'”utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate” e la “valorizzazione dei beni confiscati alle mafie”.
Le modifiche sono riportate nella sintesi della proposta di revisione del Pnrr e integrazione del RePowerEu diffusa ieri al termine della Cabina di regia con il ministro Raffaele Fitto. Modifiche che riguardano “144 investimenti e riforme”, ha spiegato il ministro. L’esecutivo intende “salvaguardare” queste nove misure “attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il Piano nazionale complementare al Pnrr e i fondi delle politiche di coesione”, viene spiegato nello stesso documento.
Nel Pnrr entra inoltre il capitolo RepowerEu con le misure per accelerare la transizione green e l’autonomia energetica del Paese. “Uno dei punti più qualificanti del Piano RePowerEu riguarda l’Ecobonus, dedicato espressamente alle abitazioni private. Attraverso lo strumento tradizionale della detrazione fiscale, ma con alcune importanti e sostanziali correzioni, la nuova misura del Piano andrà in supporto delle famiglie a basso reddito, in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni”, si legge ancora nella sintesi. “La dotazione del provvedimento – viene spiegato – è di 4mld e si basa sulle consuete detrazioni fiscali, ma, a differenza del passato, con vincoli stringenti che le renderanno disponibili solo le fasce a basso reddito”.
MIT CHIEDE PIÙ FONDI PER CASA, TRENI PENDOLARI E PORTI
Il Mit ha presentato in Cabina di regia una proposta che riguarda la rimodulazione di parte dei progetti di propria competenza. Nessuna rimodulazione finanziaria, invece, ha riguardato investimenti di competenza dei Comuni. Si tratta di modifiche riguardanti aspetti tecnici: gli oltre 39 miliardi di risorse finanziarie da destinare alle infrastrutture e ai sistemi di trasporto, riferisce il Mit in una nota, saranno interamente spesi, come da programma.
In più il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini ha avanzato, tramite i propri uffici, proposte per ottenere ulteriori 2 miliardi di finanziamenti per rafforzare le misure a supporto delle perdite idriche, del trasporto rapido di massa e dei treni intercity. Inoltre, sui fondi RepowerEu, il Mit ha chiesto fondi aggiuntivi per 1,5 mld per l’efficientamento energetico nelle case popolari, 400 mln per elettrificazione delle banchine nei porti per ridurre le emissioni inquinanti e 600 mln per nuovi vagoni per i treni pendolari e il trasporto pubblico locale.