Quei manager in fuga dalle partecipate e dal Campidoglio

L'amministrazione Raggi continua a incenerire manager su manager. Ama, Roma Metropolitane. E Atac prima dell'arrivo di Simioni

La sindaca di Roma Virginia Raggi

2019 fuga dal Campidoglio. Dopo l’ennesimo addio di un vertice Ama, due giorni è toccato a Roma Metropolitane, fnita in liquidazione controllata dopo le proteste drammatiche di mercoledì, ad alzare bandiera bianca. Anche l’amministratore unico di Roma Metropolitane, Marco Santucci, ha sbattuto la porta e se ne è andato. Tutto mentre la Capitale è nuovamente invasa dai rifiuti e attorno alla società della metro, per cui la giunta di Virginia Raggi ha disposto la messa in liquidazione controllata, si sta consumando una dura vertenza sindacale.

Solo due anni fa, a un anno dal suo insediamento in Campidoglio, la Raggi aveva fatto saltare l’allora dg Atac, Bruno Rota, conosciuto per aver risanato Atm. Al suo posto, il più fedele Paolo Simioni. Ma Rota era durato nemmeno due mesi. Ama poi, di board, ne ha cambiati non meno di cinque in tre anni. Impossibile gestire un’azienda con una testa che cambia sempre. I risultati del caos che regna tra le partecipate romane, si vedono. Gli stessi cittadini romani, come ha fatto notare ieri il Codacons, hanno difficoltà a monitorare la raccolta dei rifiuti. E questo per un motivo molto semplice. “Per i cittadini romani è impossibile monitorare l’attività quotidiana dell’Ama, in quanto l’azienda non pubblica sul proprio sito internet i giorni e i turni di spazzamento delle strade, nonostante l’Assemblea capitolina avesse deliberato di inserire tali dettagli sul sito web dell’azienda”.

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