Rifiuti, ci risiamo. Ancora una volta Ama è costretta a mandare tonnellate di rifiuti in altre Regioni, a causa della cronica insufficienza industriale della municipalizzata. Una situazione più volte raccontata da Radiocolonna.it, e che per i romani rappresenta un autentico salasso in bolletta, sotto forma di Tari. Mandare decine di tonnellate presso impianti terzi costa infatti un bel po’ di quattrini.
Perchè tutto questo? Semplice, Roma non ha inceneritori e produce tra le 3 e le 4000 mila tonnellate di rifiuti al giorno. Troppo per i 4 Tmb, due privati del Colari, due di Ama, peraltro obsoleti e per questo a mezzo servzio. Logico che una buona porzione di spazzatura se ne vada altrove, per la disperazione dei contribuenti romani.
In pratica, ogni giorno, circa 400-500 tonnellate di indifferenziato viene caricato su camion e treni alla volta dei comuni che danno la loro disponibilità ad accogliere la mondezza di Roma. Senza dimenticare che una buona parte di rifiuti se ne va addirittura all’estero, in Germania per l’esattezza.
Ma proprio qui sta il guaio. Non tutte le regioni vogliono dare una mano a Roma e al suo disastrato ciclo dei rifiuti. L’Abruzzo, per esempio, starebbe tergiversando, così come la provincia di Lucca, su cui la Regione Toscana ha concluso un accordo per il trattamento di 20 mila tonnellate. Silenzio radio anche dal Piemonte. Rimane l’Emilia Romagna, ovvero l’inceneritore di Parma. Ma anche qui, nonostante le premesse della vigilia, non si sono visti passi in avanti.
E a Roma la situazione si fa tesa. Il problema, d’altronde, è sempre quello: mancanza di un piano industriale all’altezza. Sì certo, Ama ha da tempo pronte delle linee guida, eppure qualcosa non sembra andare lo stesso. “Quanto tempo ancora dovrà aspettare la città per un Piano industriale dell’azienda dei rifiuti in grado di governare la situazione dei rifiuti della Capitale? E’ purtroppo evidente che il progetto del M5S a Roma di puntare tutto sulla differenziata sta creando disagi e problemi. Oltre a pagare la Tari più alta d’Italia ai romani tocca la beffa di una città sporca, con cassonetti traboccanti ormai da giorni”, hanno attaccato le consigliere capitoline del Partito Democratico Valeria Baglio e Ilaria Piccolo.
“Disorganizzazione in azienda, alti costi per gestire lo straordinario del personale, mezzi guasti, impianti insufficienti. Cos’altro serve perché la giunta Raggi riveda il primo Piano industriale e lo adegui alle necessità di Roma?”
Di certo c’è che la questione dei rifiuti a Roma rischia di finire sul tavolo della commissione europea. Oggi i Radicali italiani hanno infatti denunciato in una nota come “la situazione dei rifiuti a Roma continua ad essere critica: la città è molto sporca, e interi quartieri sono letteralmente invasi dalla mondezza. Le inefficienze di Ama sono sotto gli occhi di tutti, e in più la Capitale continua a vivere, dalla chiusura di Malagrotta in poi, problemi strutturali mai risolti: portare i rifiuti fuori Roma e fuori Regione doveva essere una soluzione-ponte, ma purtroppo è ormai diventata la prassi”.
Per il partito che fu di Marco Pannella, “questo è il motivo principale del disastro che oggi vediamo per le strade della capitale, di cui Virginia Raggi è la principale responsabile perché ad oggi non ha compiuto alcuna scelta: tant’è vero che, nonostante il Piano per la gestione dei materiali post-consumo 2017-2021, Roma continua a sorreggersi su un equilibrio precario: questa mancanza continua ad essere sotto gli occhi di tutti, ed è per questo nei prossimi giorni depositeremo una denuncia presso la Commissione europea. L’immonda gestione dei rifiuti a Roma non è più tollerabile”.