i residenti segnalano cumuli di immondizia che stazionano da giorni attorno ai cassonetti
È ancora in affanno l’azienda capitolina Ama. E di conseguenza la raccolta dei rifiuti a Roma. In diversi quartieri i residenti segnalano cumuli di immondizia che stazionano da giorni attorno ai cassonetti. A passassersela peggio sono il Pigneto e l’Appio Latino, rispettivamente nei Municipi V e VII e dai cui presidenti si è sollevata, in settimana, una richiesta di aiuto. Al centro storico, nonostante il prevedibile aumento della produzione determinato dai flussi turistici, invece, alla vigilia del fine settimana la situazione sembra stia rientrando alla normalità.
Le condizioni più difficili, in queste ore, riguardano il Pigneto. A piazza dei Condottieri, area nota per la movida notturna, è una vera e propria discarica abusiva a cielo aperto: tavoli pieghevoli, mobili in legno fatti a pezzi, cassetti ed elettrodomestici attorno ai cassonetti che però sono vuoti. In via via Alberto da Giussano due auto sono andate in fiamme, le carcasse sono state rimosse dieci giorni fa ma la strada non è ancora stata pulita dagli ultimi detriti. In un altro punto si trova anche una valigia e qualche sedia. E se in questo caso gran parte della responsabilità è di coloro che non conferiscono correttamente gli ingombranti, nelle altre strade del quartiere da a via conte di Carmagnola e a via Amico da Venafro la massa di sacchetti d’immondizia abbandonati vicino ai cassoni è preoccupante. “A ogni ora del giorno spuntano ratti e gabbiani che bivaccano nell’immondizia e c’è puzza in tutto il quartiere”, racconta Riccardo. E poco distante, tra le erbacce, c’è un topo morto: o meglio i resti consumati dal sole.
Non va meglio all’Appio Latino: su via Michele Amari c’è un materasso abbandonato, segno d’inciviltà, ma anche i cassonetti traboccanti di rifiuti. “Faccio foto, mando segnalazioni all’Ama ma lo schifo resta. In alcune strade non si può camminare per la puzza e il materasso è lì da due settimane”, spiega una donna sulla sessantina. Poco distante lo scenario è lo stesso. “Tutta la zona è uno schifo, a volte faccio fatica a passare con il passeggino. La piazza è sempre piena di bottiglie e le vie limitrofe come o peggio di questa”, dice Alessandra, a spasso con una bambina piccola. E nelle strade in cui i cassonetti sono vuoti, ma circondati dai rifiuti, alla fine ci si scoraggia e si lascia a terra il sacchetto: “Sono anziano, devo buttare le bottiglie, il secchio è pure vuoto, ma per arrivarci devo passare sull’immondizia e non cammino bene”, racconta Tiziano, ha quasi ottant’anni e dice d’aver perso le speranze.
Man mano che ci si avvicina al centro, però, la situazione gradualmente migliora. All’Esquilino e al Rione Monti, pure, ci sono diversi punti di accumulo: bottiglie di vetro, cartoni da imballaggio, bidoncini ribaltati. Ma la situazione, a larghe linee, appare migliore che al Pigneto e all’Appio Latina. E infine al Pantheon, cuore turistico cittadino, intorno alle 13 ci sono soltanto alcuni cestini gettacarte pieni. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, giusto ieri ha fatto sapere che il problema è stato determinato dalla carenza di mezzi in Ama. “Pesa un gap dei mezzi, Ama ha una flotta vecchissima perché per anni nessuno l’ha rinnovata. Il nuovo management ha varato un piano per l’acquisto di 600 nuovi mezzi ma è un procedimento che richiede tempo. E poi abbiamo avuto un inciampo perché il Tar ha annullato la gara fatta dalla precedente amministrazione e abbiamo dovuto ricominciare da capo”, ha detto.
Motivo per cui è stata indetta una gara urgente per l’affitto: “Sono già arrivati 7 dei nuovi mezzi. Ce ne sono altri 42 che arriveranno a breve. E si sta lavorando 24 ore su 24 per accelerare la manutenzione dei mezzi a oggi fermi”, ha sottolineato Gualtieri. La situazione, per questo, “è in via di superamento. Proprio questa notte Ama è riuscita a intervenire più massicciamente nel quadrante est”. Il quadrante est è quello della città dal quale si è levata in questi giorni la richiesta di aiuto dei presidenti dei Municipi V e VII, Mauro Caliste e Francesco Laddaga.