A volte la natura presenta il conto degli errori passati. Anzi, per la verità, lo fa quasi sempre. Una frana, fra le tante che hanno ferito il Mugello, in Toscana ha causato un doppio danno e una brutta sorpresa. Non solo ha eroso per molti metri una scarpata al limite della strada che unisce Palazzuolo sul Senio al Mugello e a Firenze. Ma ha scoperchiato un enorme ammasso di rifiuti, franati insieme a terre e massi fino all’alveo del torrente che attraversa la valle, il Rio Rovigo.
Un danno ambientale notevolissimo, per una vallata considerata tra le più preservate e incontaminate dell’Appennino tosco-romagnolo. Percorsa da tanti escursionisti, con luoghi naturali di suggestione e bellezza. Ora invece, in un tratto di fiume, si vedono rifiuti di ogni genere, con le plastiche sparse ovunque, e trasportate per chilometri dalla corrente. Non si tratta però di un qualche scarico abusivo. La discarica fu avviata, nel 1971, sulla base di un accordo tra Comune di Firenze e quello di Palazzuolo.
Quando, però, non ci si mette di mezzo la natura, lo fanno gli uomini di buona volontà. Anche se il risultato è lo stesso. Pochi mesi fa, a Roma, i carabinieri della Stazione Casalotti, hanno individuato e posto sotto sequestra una discarica abusiva nella zona di Casal Selce nell’ambito di alcuni controlli mirati proprio al contrasto del degrado urbano. In una zona dove campagna e città si confondono, e dove per diverso tempo evidentemente rifiuti di ogni genere erano stati abbandonati in un’area di circa 1.500 metri quadri.
Le discariche però, dal Mugello a Roma, sono un problema nazionale. La Commissione europea se ne è accorta da tempo, accusando Roma di non aver recepito correttamente la direttiva europea sulle discariche (1999/31/CE), modificata nel 2018 (2018/850) nell’ambito del pacchetto sull’economia circolare. Perché la gestione delle discariche in Italia non rispetta la normativa comunitaria su più fronti, dall’incenerimento ai rifiuti pericolosi ai controlli ambientali.