anziché entro il 2028, e servire almeno il 45 per cento dei romani con servizi di raccolta di "prossimità", quindi porta a porta, isole ecologiche e cassoni condominiali.
Il piano industriale di Ama, e quindi la riorganizzazione del ciclo dei rifiuti di Roma, sono stati al centro dell’Assemblea capitolina straordinaria che si è tenuta oggi in Campidoglio. Il sindaco Roberto Gualtieri, chiamato a rispondere alle istanze delle opposizioni, ha difeso il programma annunciato nei mesi scorsi e ha lanciato una sfida, alla sua giunta ma anche alla città, sulla raccolta differenziata: raggiungere il 60 per cento entro il 2026, anziché entro il 2028, e servire almeno il 45 per cento dei romani con servizi di raccolta di “prossimità”, quindi porta a porta, isole ecologiche e cassoni condominiali. L’operazione, insieme al piano impiantistico, consentirà ai romani – nelle previsioni snocciolate dal sindaco – di risparmiare nel 2028 cento milioni di euro l’anno che oggi vengono spesi per portare i rifiuti fuori regione o all’estero.
Così Gualtieri ha difeso “un’azione di efficientamento e rilancio significativa per Ama, senza precedenti e basata sulla riscoperta dell’orgoglio aziendale e dello svolgimento di un servizio pubblico essenziale, nell’obiettivo comune di una città più pulita. Garantisco che metterò tutto il mio impegno e non permetterò che si interrompa questo processo di cambiamento atteso da tempo, e che è indispensabile non solo per il Giubileo ed Expo ma perché lo attendono da tempo Roma e i romani”. Nel dettaglio i risultati rivendicati dal sindaco in Aula Giulio Cesare riguardano la differenziata e la riorganizzazione di Ama. “La raccolta differenziata oggi si attesta al 45,9 per cento, è tornata a crescere. Puntiamo a portarla al 60 per cento per il 2028 ma vorremmo raggiungere questo risultato già entro la fine della consiliatura” e con la realizzazione degli otto nuovi Centri di Raccolta entro il 2026 “prevediamo l’aumento dal 33 al 45 per cento degli abitanti serviti da raccolte di prossimità specifiche, con la riorganizzazione del porta a porta”, ha detto.
Nelle previsioni del sindaco caleranno i costi per i romani perché “il piano industriale di Ama mira ad abbattere la dipendenza da terzi della municipalizzata capitolina e ad aumentare la sua autonomia nella gestione integrata dei rifiuti raccolti, passando dall’attuale 13 per cento a oltre il 70 per cento mediante la realizzazione degli impianti”. E già dall’anno in corso in città si dovrebbero vedere i primi risultati in termini di pulizia. “Puntiamo a migliorare già da quest’anno, anche attraverso investimenti nel solo 2023 su infrastrutture e attrezzature pari a 93 milioni di euro, i servizi di raccolta dei rifiuti, pulizia e spazzamento”. Anche perché nel frattempo sono stati rivisti gli accordi per lo smaltimento fuori Regione o all’estero. “Siamo passati da un modello parcellizzato, che interessava molti operatori e intermediari, a una organizzazione dei flussi che coinvolge grandi player a livello nazionale in grado di garantire certezza, stabilità e quindi pianificazione”.
Sul fronte della riorganizzazione di Ama Gualtieri infine ha rivendicato il taglio delle posizioni dirigenziali e l’aumento degli operatori in strada, attraverso il piano assunzionale condiviso con i sindacati. “La semplificazione ha prodotto a oggi la scomparsa di oltre la metà delle posizioni organizzative preesistenti (direttivi, quadri, dirigenti) che sono passate da 144 a 69. Un efficientamento e una razionalizzazione davvero imponenti, con effetti sulle principali strutture organizzative”, ha detto il sindaco. Sul fronte degli operatori Gualtieri ha ricordato il licenziamento di 33 dipendenti “avvenuti dal primo novembre 2022 a oggi, che riguardavano tutte situazioni indifendibili caratterizzate da lunghissime assenze ingiustificate, dalla presenza di doppi lavori, dal compimento di vere e proprie frodi”. Sul piano assunzioni invece ha ribadito che nel 2023 sono state già inquadrate 380 nuove risorse umane e che entro maggio sarà la volta di altre cento persone.