L'obiettivo del Campidoglio è di portare al minimo la produzione di indifferenziata, arrivando nel 2028 - quando sarà a regime il termovalorizzatore - al 60% di differenziata, che diventerà 70% nel 2035
“Ieri è stata pubblicata da Invitalia la gara per la realizzazione dei due biodigestori. Siamo entrati nella fase realizzativa”. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in occasione del convegno “Roma Circolare. Per una nuova economia: la Capitale fa la differenza” nella Sala della Protomoteca in Campidoglio.
I due biodigestori pubblici di Ama saranno realizzati a Casal Selce nel Municipio Roma XIII e a Cesano Osteria Nuova nel Municipio Roma XV. “Entro il mese partono anche le gare per gli impianti per carta e plastica, quindi le frazioni secche”, ha aggiunto il sindaco.
Per lo smaltimento dell’organico, ha continuato, “a Roma oggi paghiamo, per mandarlo in Veneto con tir, che non sono ecologici, e dove ci fanno il biometano per loro. Noi produrremo biometano per noi e per i mezzi Ama. Ne faremo due da centomila tonnellate e manca ancora una quota”, ha concluso.
Rispetto al termovalorizzatore di Roma, che smaltirà 600mila tonnellate annue di rifiuti indifferenziati, il sindaco ha precisato che “è parametrato sulle necessità della città, non di oggi ma di quando verrà realizzato. La dotazione di impianti è molto importante nel piano rifiuti – ha spiegato Gualtieri – ma il termovalorizzatore non è il centro del nostro modello: è uno degli impianti, nella consapevolezza che nessuna città può arrivare al cento per cento di differenziata”.
Il sindaco ha quindi ribadito che alla base del Piano rifiuti del Comune c’è quello di eliminare completamente le discariche.”Sono contrario all’idea che il recupero energetico è la soluzione di tutti i problemi, penso che la termovalorizzazione vada tarata sull’uso più basso possibile, quindi portando al minimo l’indifferenziata. E la corretta dimensione del termovalorizzatore per Roma, quando sarà realizzato (nel 2026-27, ndr) è quella che abbiamo immaginato. Lo abbiamo parametrato già su target alti, se lo avessimo immaginato sugli attuali parametri di indifferenziato avremmo dovuto fare un impianto da un milione di tonnellate”. Il sindaco ha quindi ribadito “per noi la base del piano è e resta zero discariche”.
L’obiettivo del Campidoglio è anche di portare al minimo la produzione di indifferenziata, arrivando al 60% di differenziata nel 2028. La quota di differenziata “non è ancora sufficiente anche se ha cominciato a crescere, siamo al 47 per cento, vogliamo arrivare in linea coi nostri obiettivi al 60 per cento nel 2028″ data nella quale sarà a regime il termovalorizzatore per l’indifferenziato, stimato in 600 mila tonnellate annue “e quindi ci siamo posti come obiettivo di raddoppiare, anzi più che raddoppiare, il tasso di crescita attuale della differenziata in quattro anni, e a oggi ci sembra un obiettivo realistico. È un obiettivo minimo: puntiamo al 70% nel 2035“. Anche se Roma – ha aggiunto – “ha caratteristiche particolari che rendono difficile questa sfida: è una città molto grande, che attrae tantissimi non residenti che non abitando qui non fanno la differenziata domestica. Abbiamo poi il problema degli sversamenti illeciti nelle periferie, ma al netto di questo la mole di turisti e pendolari rende l’obiettivo della differenziata più difficile. Ma noi crediamo che gli obiettivi percentuali che ci siamo dati siano possibili”.
Infine, l’ultimo ambizioso obiettivo del sindaco è quello di trasformare l’azienda comunale per il ciclo dei rifiuti Ama in “un’azienda europea dell’economia circolare”. Ma per fare questo, “serve la riorganizzazione del ciclo produttivo. L’azienda – ha spiegato Gualtieri – ha un modello organizzativo basato sull’indifferenziato, si aggiungeva un cassonetto accanto ma non si cambiava il modello. Senza impianti questo non si può fare, anche perché per noi resta fermo l’obiettivo zero discariche. La patologia estrema, del ciclo dei rifiuti di Roma, deriva da un modello vecchio e superato, un modello Malagrotta-centrico che inoltre è senza Malagrotta: la ricetta del disastro”.