Le numerose irregolarità scoperto all’Ama sugli interventi di riparazione dei mezzi (ogni giorno tra il 40 e il 55 per cento delle vetture rimane nei depositi per piccoli e grandi guasti) ha molto colpito l’assessora capitolina all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, impegnata nel processo di risanamento della municipalizzata dei rifiuti, scrive oggi il dorso romano del Corriere della Sera che ha intervistato l’assessora.
Assessora Alfonsi, i rallentamenti nel servizio di raccolta mostrano, ancora una volta, le difficoltà legate alle carenze manutentive: come pensate di migliorare questo segmento chiave nella gestione dei processi aziendali?
“Ama sta lavorando al potenziamento delle officine interne e all’ampliamento della platea di quelle esterne, verificando sistematicamente preventivi e fatturazioni di quelle già contrattualizzate”.
Nella prassi, diventata preponderante, di esternalizzare i lavori di manutenzione stanno emergendo irregolarità di fronte alle quali il management aziendale ha preso decisioni drastiche: che idea si è fatta?
“Mi hanno colpito le notizie fornitemi da Ama e alcune recenti dichiarazioni riportate sul vostro giornale seguite ai licenziamenti dei vecchi responsabili della flotta e delle officine relative alla scoperta di fatturazioni gonfiate o interventi di manutenzione non eseguiti da parte di alcune ditte”.
Il deficit manutentivo non è l’unico nodo critico. I sindacati denunciano da tempo la fragilità di un sistema che dipende, m gran parte, da impianti esterni; come intendete riequilibrare questo sbilanciamento?
“L’antica e finora mai risolta dipendenza di Roma da impianti esterni è alla base della stesura del Piano per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Un piano che prevede la costruzione, tra gli altri, di sei impianti per il trattamento della raccolta differenziata e il termovalorizzatore per rendere la Capitale e la stessa municipalizzata autonome rispetto al mercato privato”.
In questa fase, però, bastano una chiusura festiva o uno stop per lavori negli impianti perché si crei un tappo e il sistema si ingolfi.
“Oggi, a differenza della situazione trovata al nostro arrivo, quando ogni settimana rimanevano a terra 2mila tonnellate di rifiuti, non abbiamo più il problema degli sbocchi per le 18mila tonnellate di indifferenziata che la città produce settimanalmente”.
Alcuni sindacati contestano la scelta di chiudere i Tmb, cosa risponde?
“Nel nostro Piano rifiuti non sono previsti impianti di trattamento meccanico-biologico perché si tratta di una tecnologia superata. Ciò ha motivato la chiusura del Tmb di Rocca Cencia, mantenendo un impegno preso con i cittadini. La vasca dell’impianti è stata svuotata e, da sabato scorso, la struttura effettua le regolari attività di ricezione, trattamento e trasferenza”.
I cittadini continuano a lamentare la sporcizia e il fetore intorno ai cassonetti; in che modo potenzierete il servizio di pulizia stradale?
“Il servizio di pulizia e spazzamento è già stato potenziato anche grazie all’arrivo delle 88 nuove spazzatrici, cui si aggiungeranno le sei idropulitrici di prossima fornitura. Un miglioramento, peraltro, che è stato certificato dall’agenzia Acos nell’ultima rilevazione sul primo trimestre 2023”.
Ritiene realistiche le previsioni del sindaco, secondo il quale il problema della spazzatura verrà risolto entro la fine del suo mandato se non prima, per il Giubileo 2025?
“Il Giubileo è senz’altro un orizzonte realistico. Stiamo rispettando gli impegni presi: nel 2021 il personale contava 1.456 unità, nel 2025 avremo un organico pari a 2.582 unità e 917 mezzi”.
Lei si è trovata a ricoprire uno degli incarichi più delicati, quali sono le maggiori difficoltà che ha incontrato e c’è mai stato un momento in cui ha pensato di lasciare?
“La scelta di candidarmi dopo nove anni da presidente del I Municipio, dimostra che il lavoro non mi ha mai spaventato e sono convinta che la città possa cambiare proprio a partire dalle sfide più importanti, quella dei rifiuti, che con il sindaco stiamo affrontando ogni giorno”.