Ancora scintille sui rifiuti di Roma. A festivita’ ormai concluse, motivo del contendere e’ il mancato
avvio dei carichi dalla Citta’ Eterna all’Emilia Romagna, dopo l’ok incassato dalla Regione guidata da Stefano Bonaccini.
“Questa e’ una vicenda cosi’ surreale che, da amministratore con anni di esperienza alle spalle, mai mi era capitata”. Cosi’, intervistato da Repubblica, il governatore Pd dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini commenta il caso dei rifiuti romani all’indomani del mancato avvio dei carichi dalla Capitale all’Emilia Romagna.
“Ce lo hanno chiesto loro. Poche settimane fa l’azienda Ama ha inviato alla Regione Lazio la richiesta di sottoscrivere un accordo con la Regione Emilia-Romagna. Da prassi la Regione Lazio ci ha girato la comunicazione formale il 20 dicembre scorso”, spiega.
“Fatte le verifiche con i Comuni dove ci sono i nostri impianti, che avevano dato disponibilita’ sempre nei limiti autorizzati, (Parma, Modena e Granarolo, nel bolognese), dissi al presidente Nicola Zingaretti che avremmo dato l’assenso con una delibera di giunta. Ma, lo abbiamo premesso subito, a
certe condizioni”. Ovvero: “Quantita’ limitate, per un periodo non reiterabile di non piu’ di due mesi. Ci siamo messi a disposizione, come istituzione, perche’ l’immagine di una capitale con l’immondizia in strada non ci pareva utile, ne’ per Roma, ne’ per il Paese”.
Poi la frenata dei vertici del Movimento 5 Stelle: “Si decidano”, dice Bonaccini, “noi stiamo bene anche senza l’immondizia di Roma. Per altro, se e’ vero cio’ che ho letto oggi, e non ho motivo di dubitarne, Ama ipotizza di portare i rifiuti in Abruzzo. Ma cosi’ non e’ che cambiano i termini della questione: sempre ad altri si rivolgono perche’ non riescono a smaltire ‘in casa’ la loro spazzatura”.
Dall’Emilia Romagna, tra Natale e Capodanno, era arrivata la disponibilita’ a ricevere complessivamente circa 15 mila tonnellate di rifiuti romani da distribuire su tre impianti diversi, a Parma, Modena e Granarolo in provincia di Bologna, per sei-sette settimane. Prima dell’Emilia, la Capitale – nell’elaborare il suo piano B (in caso di criticita’ o difficolta’ con gli impianti gia’ a disposizione) – aveva sondato le strade della Toscana e dell’Abruzzo, in cui il Movimento 5 Stelle
continua a confidare.