Rifiuti, Montanari: niente più cassonetti

L'assessore ai rifiuti traccia in un'intervista a Repubblica le linee guida per uscire dall'emergenza rifiuti in cui è (ri)sprofondata la Capitale

Via i cassonetti dalle strade e il porta a porta come unico sistema per la raccolta rifiuti. Ad annunciarlo, intervistata da Cecilia Gentila per la Repubblica, l’assessore capitolino all’Ambiente Pinuccia Montanari:

Assessora, dunque niente più cassonetti.
“Ormai i cassonetti non esistono più nelle capitali europee. Sono un elemento di grande degrado”.

Come avverrà il cambiamento?
“Ora partiamo con il VI municipio, vale a dire Torre Spaccata, Torre Maura, Torre Angela, Tor Vergata. Sarà un processo graduale, con particolare attenzione alle utenze non domestiche. Ogni porta a porta sarà contestualizzato alle condizioni oggettive del territorio. Dunque ci saranno modalità diverse. Per esempio, nei grandi condomini verranno allestiti bidoncini apribili soltanto con il badge”.

Assessora Montanari, la commissione Ambiente ha appena approvato una delibera consiliare che blocca la gara per la realizzazione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti organici a Rocca Cencia. Qual’è l’alternativa?
“Si tratta di effettuare una valutazione dello schema impiantistico di cui dispone Roma. Un attento studio”.

In quanto tempo?
“Tempi brevissimi”.

Cioè?
“Massimo un mese”.

Nel frattempo però i romani vivono l’emergenza.
“Ogni volta che si affronta il tema dei rifiuti sembra che la soluzione sia solo l’impiantistica. Io voglio lavorare a monte: voglio mettere a punto un piano per la riduzione dei rifiuti. Il rapporto Stern ci mette in guardia: tra poco due pianeti non saranno più sufficienti ad accogliere i nostri rifiuti”.

La giunta Raggi ha bocciato il piano industriale Ama dell’amministrazione Marino e il nuovo ancora non arriva.
“Bisogna prima di tutto definire lo stato dell’arte, l’assetto tecnico amministrativo di Ama, ottimizzare la logistica aziendale, ridurre l’impatto della flotta Ama nel traffico e sull’inquinamento atmosferico”.

Tra i romani c’è molta maleducazione: fuori dei cassonetti è sempre pieno di rifiuti ingombranti.
“Anche qui si tratta di avviare un percorso di consapevolezza”.

Per esempio?
“Intendo riprodurre anche a Roma l’esperimento già effettuato a Genova, da dove provengo: un sistema di raccolta capillare di rifiuti elettrici ed elettronici, posizionando furgoncini in diverse aree della città, sulla scia del progetto europeo Weeenmodels. In ogni municipio, inoltre, verranno installate isole del riuso”.

Maggiori controlli e sanzioni sono previsti?
“Sì. A fronte dei comportamenti scorretti, stiamo studiando un piano, basato anche sulle guardie ecologiche volontarie, come a Reggio Emilia, altro comune dove sono stata assessora”.

Questi volontari potranno elevare multe?
“Sì, dopo essere stati adeguatamente formati. In un anno a Reggio hanno elevato multe per 100mila euro”.

Athos De Luca, ex consigliere comunale Pd, sostiene che per azzerare l’ecodistretto di Rocca Cencia l’amministrazione Raggi deve trovare 2 milioni per andare in pareggio di bilancio, perché l’ecodistretto prevedeva un risparmio di tale portata ogni anno.
“Devo esaminare la questione prima di rispondere”.

Non la preoccupa l’idea di passare da Genova ad una città complessa come Roma?
“Roma è affascinante e ha potenzialità straordinarie. Ma come ha detto l’eurodeputato Alexander Langer con cui ho lavorato: ‘Una società per essere sostenibile deve essere socialmente desiderabile'”.

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