Rifiuti: Roma salvata (ancora) da Albano, Torino e l’Abruzzo

La Capitale manca ancora l'appuntamento con una soluzione industriale e torna ad annaspare nella spazzatura. Aspettando il termovalizzatore

E meno male che il piano industriale di Ama è lì, sul tavolo, pronto per essere attuato. Mentre il Movimento Cinque stelle si batte per boicottare un nuovo termovalorizzatore a Roma, la Capitale torna nell’emergenza rifiuti, ormai una costante da diversi anni. Con la municipalizzata romana che spedisce tonnellate di spazzatura cittadina in altre regioni (e anche all’estero) per smaltirle, visto che a Roma non è possibile farlo data la mancanza di impianti. A Torino, tanto per dirne una, sono in arrivo 3mila tonnellate, a settimana, di rifiuti prodotti nella Capitale.

Per fortuna, se così la si può chiamare, Roberto Gualtieri, in qualità di sindaco della Città metropolitana, ha firmato l’ordinanza che proroga fino al 27 febbraio il conferimento dei rifiuti di Roma alla discarica di Albano Laziale. L’ordinanza consente “fino al 27 febbraio 2023 il conferimento dei rifiuti provenienti dall’ATO Città metropolitana di Roma Capitale, compresi quelli di Roma Capitale. Il tutto “nel rispetto e con le modalità fissate dalla Regione Lazio nella determinazione G17017 del 3 dicembre 2022”, si legge nell’atto della città metropolitana.

E proprio nei giorni scorsi la giunta regionale laziale ha approvato una delibera con cui si proroga per un altro anno l’accordo con la Regione Abruzzo per il conferimento ed il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti da Roma Capitale, per un quantitativo complessivo di 76 mila e 600 tonnellate. Ma l’accordo va avanti, a colpi di proroghe, dal 2014, l’unica cosa che cambia è la quantità di rifiuti da smaltire, che aumenta. E che costa. Il Campidoglio, ha scritto l’Agi, spende 200 milioni di euro all’anno per spedire l’immondizia in altre regioni (soprattutto nel nord Italia) o all’estero come in Olanda, Germania o Portogallo.

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