Riqualificare i centri sportivi e le opere non compiute
Co-working, aree studio e rivoluzione dei tempi della citta’. Carlo Calenda, leader di Azione e candidato a sindaco, ha le idee chiare su quale Roma vuole costruire: una Capitale a misura dei giovani dove avanzare elementi di discontinuita’ rispetto al passato. E lo spiega in un’intervista all’ANSA. “Nel programma abbiamo pensato sia al co-working che a predisporre luoghi in cui studiare in ogni municipio” e questo “va fatto dal Comune”.
Su questo Calenda, infatti, e’ certo, e’ l’Istituzione che deve occuparsi e fare da perno per l’integrazione sociale se pur in una partnership positiva con il privato. Come per esempio puo’ avvenire nei luoghi sportivi: “Penso al Parco della Madonnetta, centro meraviglioso, chiuso per dei canoni non pagati, luoghi che ora sono lasciati ad un totale abbandono. L’idea e’ portare avanti quindi una partnership tra pubblico e privato dove l’ente gestisce, per dire, il Parco e l’altra parte gestisce l’infrastruttura sportiva. Cosi’ insieme si costruisce un aggregatore sociale. Questo va fatto in maniera intelligente”.
Il leader di Azione punta inoltre ad inserire un elemento di novita’ per decongestionare la vita quotidiana nella giornata tipo del romano: il decongestionamento del ‘giorno’, portando i servizi anche la notte, “e’ un argomento molto complesso ma sarebbe intelligente predisporre delle misure – ha sottolineato il leader di Azione -. E probabilmente sara’ conseguente anche alla modalita’ di lavoro odierna, data anche dallo smart working, quindi con forme piu’ flessibili. Ad oggi pero’ sappiamo che i romani sono molto conservatori. Roma e’ fatta con un principio completamente centripeto. Tutte le attivita’ sono localizzate nel centro storico che porta ad una congestione dei trasporti, e’ un funzionamento negli orari canonici di ufficio. Quindi tutto quello che puo’ portare a distribuire le attivita’ nei diversi municipi, sia del punto di vista fisico sia in termini di diversificazione degli orari sarebbe molto positivo anche se non facile culturalmente”.
Il candidato non e’ pero’ assolutamente convinto sulla proposta avanzata dai suoi avversari: “Sindaco della notte? Non sono d’accordo, per una ragione. Sembra un modo semplice con cui dare risposte a problemi complessi. Il sindaco della notte deve affrontare gli stessi problemi del sindaco ‘del giorno'”. Un’inversione di tendenza, quindi, proprio per mostrare una discontinuita’, per mostrare la differenza rispetto agli altri partiti politici. Anche sul progetto per Roma, infatti, Calenda prende le distanze da molti: “Per la Capitale noi abbiamo scelto di fare un’ operazione civica. Spesso quando in Italia si parla di ‘civica’, in realta’ e’ solo una maschera dietro cui si nascondono i partiti”. Forse anche per questo Calenda non rivendica l’alleanza con i renziani che lo sostengono: “Dal punto di vista di Roma, no”, non vedo un progetto politico con Italia Viva.
“A livello nazionale io l’ho detto tante volte: non condivido molte delle posizioni di Renzi” ribadendo che “il cammino di Italia Viva” sembra essere “molto legato a quello di Renzi e a quello che lui decide di fare per conto suo”. E in merito al Pd ribadisce: “non hanno avuto il coraggio di fare quello che avevo detto: una lista civica che in qualche modo cambiasse la classe dirigente”.