Roma: 75 milioni e aree per più sport, in commissione progetto del nuoto per stadio Flaminio

È prevista una piscina olimpionica nel piano superiore, eliminando un invaso che non c'era originariamente. Un'area commerciale di 200 metri quadrati e aree per altri sport, oltre che una piscina da 25 metri nella parte inferiore

Lo stadio Flaminio di Roma a oggi abbandonato.

Un investimento da 75 milioni di euro che punta al recupero dell’esistente e che prevede aree non soltanto per il nuoto ma anche per altri sport e attività come la danza, la boxe e la scherma: è il progetto della Roma Nuoto per lo stadio Flaminio, presentato oggi nel corso della commissione Sport capitolina presieduta da Ferdinando Bonessio dell’Alleanza verdi sinistra. Il progetto di restauro è stato illustrato dagli architetti incaricati dalla società sportiva e prevede “un recupero totale di un bene che rispetta gli studi universitari precedenti, il nostro lavoro non interferisce sulla struttura esistente, l’anima del progetto è un recupero per dare una casa a tutti quegli sport che non ce l’hanno”, ha spiegato l’architetto Drisaldi. È prevista una piscina olimpionica nel piano superiore, eliminando un invaso che non c’era originariamente. Un’area commerciale di 200 metri quadrati e aree per altri sport, oltre che una piscina da 25 metri nella parte inferiore. La curva nord e quella sud ospiteranno i negozi di quartiere, gli altri spazi saranno a disposizione di un Club di calcio, un centro di medicina sportiva, una palestra per la danza, una per il pugilato e una per la ginnastica e la scherma. Sono contemplati campi da padel che potranno essere omologati per i campionati internazionali. In uno spazio sarà ospitato un piccolo museo delle opere di Pierluigi Nervi, che progettò l’impianto.

Sono previsti parcheggi e accessi per i disabili, oltre che un’apertura costante dell’impianto che consentirebbe di collegare due altri gioelli architettonici, l’Auditorium e il Maxxi fino al Ponte della Musica. “L’anima del progetto è un recupero per dare una casa a tutti quegli sport che non ce l’hanno – ha sottolineato Drisaldi -. Può essere anche la casa del rugby o delle scuole, l’impianto si mette a disposizione della comunità. Sarà un oggetto permeabile oltre che monumentale, è un progetto che arriva fino al Ponte della Musica e ricuce il tessuto urbano. Vogliamo donare i piccoli resti archeologici che a oggi sono una pattumiera. Facciamo un recupero serio e non una cosa che si usa alla domenica per giocare a pallone”.

Il progetto è al vaglio della conferenza dei servizi. “Si tratta di un progetto di partenariato pubblico privato, il soggetto che ha presentato la proposta è il soggetto proponente, deve essere poi bandita una gara pubblica a cui può partecipare il proponente ma anche altri soggetti. In quella sede si calcoleranno gli anni di concessione per il rientro dell’investimento”, ha chiarito il presidente Bonessio.

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