'Detto a Meloni, risorse a chi fa'. In 8 mesi 500 milioni di gare
Una “occasione decisiva”, una sfida che è anche “un grande volano amministrativo” a fronte di una quantità di risorse in arrivo per la Capitale senza precedenti se paragonata al passato ma anche rispetto a quanto hanno ottenuto le altre grandi città d’Italia. Il Pnnr a Roma, ormai nella sua fase attuativa, è finora “una storia di successo” tanto da spingere il sindaco Roberto Gualtieri a tornare a chiedere al governo fondi in più: “Dove il tasso di messa a terra è inadeguato, spostiamo le risorse dove invece si è in grado di farlo senza sforare la scadenza del 2026 – ha ribadito – L’ho detto anche alla presidente Giorgia Meloni. Noi ci possiamo fare cose buone e giuste: l’efficientamento delle scuole, l’edilizia residenziale pubblica. Mi auguro che nella annunciata revisione ci sia questa rimodulazione”.
L’occasione è stata un seminario-bilancio sul periodo gennaio-giugno 2023 organizzato in Campidoglio dalla commissione capitolina speciale Pnrr . Un bilancio che lascia soddisfatta l’amministrazione: “C’era preoccupazione sulla capacità del tessuto produttivo romano di assorbire la massa di investimenti – ha spiegato il presidente della commissione Giovanni Caudo – E invece nessuna gara è andata deserta: quasi 500 milioni di gare d’appalto in otto mesi, un risultato non scontato in una città che spesso guarda solo agli insuccessi. Ma, come ha detto il presidente Mattarella, ci siamo messi alla stanga”. In particolare gli appalti riguardano 180 milioni per programmi integrati, 26,4 milioni per gli asili nido, 120 per il tram Termini-Vaticano-Aurelio e 182 milioni (per 98 progetti) per Caput Mundi, il capitolo del Pnrr legato al Giubileo. L’Anno santo è uno degli altri grandi rami del fiume di investimenti in arrivo a Roma da qui al 2026. Gualtieri, tirando le somme, arriva a quota 13 miliardi: “Per una portata di investimenti cosi dobbiamo tornare forse dall’Alto medioevo” ha aggiunto con una battuta.
Il Pnrr ne è una quota sostanziosa, che vale 1,150 miliardi per 297 progetti a gestione diretta di Roma Capitale come soggetto attuatore. Per dare l’ordine di grandezza: Milano viaggia sui 700 milioni di euro, Bari a 771, Bologna circa 570, e Torino 636 tra Pnrr e altre fonti di finanziamento. “Ma quando siamo arrivati – ha ricordato Gualtieri – abbiamo trovato cassetti vuoti e bandi a zero. Eravamo al minimo sindacale assoluto. Abbiamo lavorato molto perché la distribuzione delle risorse penalizzava i grandi Comuni. Abbiamo dovuto scalare, negoziare, litigare, partecipare per aumentare la cifra e portarla a quella che abbiamo ottenuto. Se una citta non investe per tanti anni va coperto un gap di investimenti macroscopico, impressionante e inaudito – ha aggiunto – un gap direi macroeconomico. Ora arriverà un blocco grosso di Caput Mundi, una prima tratta del tram Termini-Vaticano-Aurelio, i bus elettrici, i cantieri. La ‘macchina’ sta reggendo. Roma – ha concluso il sindaco – non deve essere condannata a una decrescita infelice”.