Bonessio: presentato ‘Roma Città Inclusiva’ di Special Olympics

L’obiettivo è quello di dar vita a una iniziativa che, una volta avviata nella Capitale, potrà essere riproposta come best practice anche nelle altre grandi città italiane

Commissione capitolina sullo sport, un momento del sopralluogo al Palazzetto

“Inclusione e formazione è la missione di Special Olympics che è la più grande organizzazione di sport inclusivo a livello mondiale per persone con disabilità intellettiva, che quest’oggi abbiamo avuto il piacere di ospitare in Commissione Sport. Il Vicepresidente nazionale Alessandro Palazzotti e la Direttrice Regionale Stefania Cardenia del Team Lazio di Special Olympics Italia, alla presenza tra gli altri di numerosi rappresentanti dei Municipi, hanno illustrato il progetto sperimentale ‘Roma Città Inclusiva’ volto a fare dello sport uno strumento che unisce e crea relazioni”, così il presidente della Commissione Sport Ferdinando Bonessio.

“In collaborazione con le istituzioni municipali, le associazioni sportive e di volontariato già operanti sul territorio, i dirigenti scolastici e i rappresentanti della società civile l’obiettivo è quello di dar vita a una iniziativa che, una volta avviata nella Capitale, potrà essere riproposta come best practice anche nelle altre grandi città italiane” – prosegue il presidente della commissione sport del Comune di Roma – “Il progetto si basa principalmente su due capisaldi: da un lato la formazione di tecnici sportivi, insegnanti e operatori; dall’altro l’affiancamento di Special Olympics alle società sportive e agli istituti scolastici. La proposta operativa prevede programmi di scuola inclusiva e di sport unificato per atleti con e senza disabilità. Questo consente reciprocamente di sperimentare e valorizzare le diverse abilità, creare occasioni relazionali e di conoscenza diretta, evitare l’isolamento, educare al rispetto e all’accoglienza”.

Conclude poi Bonessio, “Nelle scuole italiane tra gli studenti con disabilità, il 68,4% ha una disabilità intellettiva. Questo significa che è determinante fare rete per creare, attraverso lo sport, un mondo in cui le persone siano riconosciute per le proprie capacità e non discriminate per le loro differenze, dando loro l’opportunità di scoprire attitudini e talenti. Le Istituzioni hanno il dovere di supportare e contribuire a generare questa rete. Mi auguro che quanto prima dalla Capitale d’Italia, città di accoglienza, possa partire un bel segnale di cambiamento culturale e di integrazione”.

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