iniziata due anni fa, tra ricorsi giudiziari, vincoli a tutela del paesaggio e dei beni archeologici, burocrazia e contestazioni varie.
Il piano da 13 miliardi di investimenti per Roma, tra fondi ordinari, del Pnrr e del Giubileo, elaborato dal sindaco Roberto Gualtieri con la giunta comunale, è arrivato all’ultimo miglio di una corsa a ostacoli iniziata due anni fa, tra ricorsi giudiziari, vincoli a tutela del paesaggio e dei beni archeologici, burocrazia e contestazioni varie. In questi 48 mesi l’avvocatura capitolina ha gestito decine di procedimenti. E al netto di qualche ricorso ancora pendente, al momento il piano di Gualtieri ha superato la maggior parte delle contestazioni.
Il rallentamento più significativo, determinato anche da una dura battaglia urbana mossa da commercianti e cittadini, si è registrato sulla tranvia Termini-Vaticano-Aurelio per la quale si è dovuto ricorrere a uno spostamento della fonte di finanziamento. La Tva è stata stralciata dal Pnrr, che ha scadenza obbligata al 2026, pena la decadenza degli investimenti, ed è stata caricata sulle risorse ministeriali per il trasporto rapido di massa. L’opera avrebbe dovuto arrivare almeno a piazza Venezia entro il 2025 ma probabilmente si farà a malapena a tempo ad avviare i cantieri, entro il prossimo 8 dicembre. Giovedì prossimo si svolgerà l’ultimo dei cinque incontri del tavolo di consultazione sulla Tva: il tavolo si è aperto dopo la dilatazione dei tempi per l’aggiudicazione determinata dalle verifiche dell’Autorità anticorruzione. E soltanto oggi dalla Soprintendenza di Stato è arrivato il via libera a procedere con i cantieri su via Nazionale poiché, spiegano dall’ufficio ministeriale, pur essendo stata realizzata sul tracciato dell’antico “Vicus Longus”, è da ritenersi il principale collegamento di un’area, tra la stazione Termini e il quartiere di Porta Castello vicino al Vaticano, urbanizzata fin dai primi anni successivi all’Unità d’Italia, quando da Torino la Capitale del Paese fu trasferita a Roma.
La nota della Soprintendenza è stata trasmessa ieri agli uffici comunali e regionali. L’atto è uno degli ultimi in a una settimana che si è aperta con il rigetto, da parte del Consiglio di Stato, del ricorso dei comitati contrari al termovalorizzatore, e si è conclusa oggi con il respingimento, da parte del Tar del Lazio, del ricorso dell’Autorità garante della concorrenza del mercato sulle delibere con cui il Comune ha affidato “in house”, cioè senza passare per un bando, il servizio di trasporto pubblico locale all’azienda comunale Atac. In settimana il Tar del Lazio ha bocciato anche il ricorso del Raggruppamento temporaneo di imprese, arrivato secondo nella gara per la progettazione definitiva e la costruzione della tranvia Togliatti. Mentre la Soprintendenza, chiamata in causa dagli ambientalisti a tutela delle alberature di Ostia, pochi giorni prima, aveva dato il via libera a procedere agli abbattimenti per effettuare i lavori stradali a Casal Palocco, prescrivendo però indagini più accurate su ciascun arbusto coinvolto dai cantieri.
Nella pila di carte e burocrazia che si accumula sulla scrivania del sindaco, ma pure degli uffici municipali che a loro volta bussano alla porta di quelli comunali, al momento restano da dirimere i ricorsi pendenti sugli impianti di biodigestione per l’umido a Casal Selce e Cesano: ce ne sono quattro, a quanto si è appreso in settimana, depositati al Tar del Lazio. Si affastellano su altre questioni affidate alla giustizia, come le decine di cause aperte nell’ambito della gestione del patrimonio pubblico per cui si contano, a oggi, almeno tre ricorsi accolti dal tribunale amministrativo. Si tratta, però, in questo ultimo caso di procedimenti estranei alla partita da 13 miliardi di investimenti che rientrano nel piano di rilancio, a partire da rifiuti e trasporti, per i quali si sta agendo con poteri commissariali: siano quelli giubilari del sindaco o quelli straordinari di governo per le infrastrutture.
Così, nel complesso di atti giudiziari e ministeriali, la sentenza del Consiglio di Stato sul termovalorizzatore è quella che più delle altre ha definito in questi giorni una questione nevralgica, su cui anche i successivi ricorsi giudiziari potrebbero capitolare: i provvedimenti adottati dal sindaco, in qualità di commissario per il Giubileo, sono legittimi nella misura in cui lo sono i poteri conferiti dal governo i quali hanno scadenza al 31 dicembre 2026, data in cui terminano i poteri ma non devono concludersi le opere avviate con gli stessi. Il punto potrebbe essere spunto, se traslocato nella prospettiva di una legge di riforma dello status di Roma in quanto Capitale, ferma in parlamento da decenni e per la quale si discute molto ma ancora si è fatto poco.