Entro giugno si chiuderanno i lavori per la costruzione del collettore fognario del Fosso della Crescenza, a nord della città, che consentirà a circa 80 mila persone di essere connesse alla rete fognaria di Roma. Un lavoro atteso da oltre 20 anni che riguarda le zone di Tomba di Nerone, la Giustiniana, La Storta, Isola Farnese, Olgiata. L’investimento del Comune di Roma ammonta a 55 milioni di euro e l’nfrastruttura, lunga 15 chilometri, collegherà il depuratore di Roma nord con gli sbocchi fognari di Isola Farnese. Un servizio essenziale che permetterà il risanamento igienico-sanitario del territorio e consentirà l’eliminazione degli scarichi non a norma su via Cassia, nel tratto tra Corso di Francia e La Storta.
Nel pomeriggio il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, accompagnato dall’assessora capitolina ai Lavori Pubblici, Ornella Segnalini, dal presidente del Municipio Roma XV, Daniele Torquati, e dal presidente di Acea Ato 2, Claudio Cosentino, ha effettuato un sopralluogo al cantiere per monitorare lo stato di avanzamento dei lavori. “Un intervento fondamentale, finalmente si dà la possibilità di allacciarsi alla rete fognaria a un intero quadrante della città”, ha detto Gualtieri. “Già da aprile 2.600 persone, sulle 80 mila che saranno servite dalla nuova opera, potranno allacciarsi alla rete idrica. Siamo all’ultimo miglio e siamo soddisfatti. Per aprile si potranno fare i primi allacci alla rete idrica e per giugno prevediamo la fine del cantiere. Era un’opera partita da tantissimo tempo, è incredibile che in una grande Capitale europea ci siano ancora decine di migliaia di persone che non hanno le fogne. Poi ci sono due milioni di euro per la risistemazione dell’area a parco, perché il cantiere si trova nell’area del Parco Di Veio. Come ho già preannunciato, questo sarà un periodo di grandi cantieri”.
Per l’assessora ai Lavori pubblici, Ornella Segnalini, lo sviluppo dei cantieri è frutto di “un importante lavoro di squadra. Con questa opera restituiamo la dignità e il diritto di godere dei servizi fondamentali ai cittadini, in particolar modo quelli che abitano le zone più periferiche”. Anche per il minisindaco Torquati “la realizzazione del collettore è un grande successo per la comunità, perché lavorare su questi temi significa restituire dignità ai quartieri, soprattutto periferici, e alle persone, abbattendo le differenze tra chi abita in zone servite dai servizi primari e chi no. Anche questa è lotta alle disuguaglianze”.