C’era una volta il tram 2, il mezzo di trasporto comodo e veloce che portava da Piazzale Flaminio a Piazza Mancini. Capiente, tendenzialmente puntuale, non curante del traffico (spesso bestiale) di quel quadrante cittadino, il tram che ha portato generazioni di romani allo Stadio Olimpico è un vecchio ricordo, di cui non si sa più nulla. A inizio autunno, dopo circa un anno di lavori sulla tranvia, il 2 ha fatto nuovamente capolino a Piazzale Flaminio per poi scomparire poco dopo. La ragione? I lavori di due ditte esterne ad Atac – Terna e Acea – a Piazza Ungheria bloccherebbero con un cantiere la circolazione del tram 2, 3 e 19.
Abbiamo provato a contattare Terna da cui, tuttavia, non è pervenuta alcuna risposta. I pendolari che ogni giorno si servono dell’ex tram – ora navetta – dovranno pazientare ancora un po’, sperando che possa arrivare una sorpresa (insperata) sotto l’albero di Natale.
Già, le navette. Incubo di tutti quei passeggeri abituati agli agi del tram e piombati all’improvviso nel girone dantesco dei bus sostitutivi: fiamme no (anche se, ogni tanto qualche mezzo a Roma va a fuoco), ma traffico e percorsi modificati, spesso allungati rispetto al tracciato originario. Ma la storia delle navette sostitutive del tram 2 uniscono al disagio altri due elementi: l’incertezza del gran ritorno e quella del tragitto che i bus faranno in un ventoso pomeriggio di dicembre o in una piovosa mattinata novembrina.
Per scoprire questo inedito racconto alla Poe in versione cacio e pepe, però, conviene andare per gradi e svelare gradualmente i suoi misteri.
Primo mistero: i modi e i tempi con i quali vengono fatte partire le navette, specialmente nelle ore di punta, sono in effetti un mistero. Le decine di pendolari che si accalcano di prima mattina alla fermata di fronte alla Porta Flaminia vedono arrivare la navetta a partire da Villa Borghese: nelle ore di punta mattutina, a volte ne arriva una ogni 5 minuti, spesso ogni 10 minuti e a volte due attaccate.
Secondo mistero: il tragitto da Flaminio a Piazza Mancini. Nelle scorse settimane è capitato che il bus alternasse due differenti percorsi, ovviamente senza né preavviso né avviso in fermata. Il primo prevedeva l’arrivo a Piazza Mancini tramite Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano e Lungotevere Grande Ammiraglio Thaon di Revel, ovvero di fronte a Ponte Milvio; nel secondo, il bus girava verso Via Guido Reni, la strada del MAXXI. Alla domanda, posta agli autisti, sulle ragioni della deviazione e sulla durata della stessa, le uniche informazioni che si sono riuscite a trarre sono state: lavori non meglio specificati e tempistiche (sulla deviazione della deviazione) incerte.
Terzo mistero: la fermata di fronte a Ponte Milvio in direzione Flaminio. Qui, presumibilmente per un atto vandalico, è sparito il disco posto sulla fermata che indicava la presenza della navetta in sostituzione del tram:
Questa sparizione – supponiamo – avrà fatto immaginare a qualche autista: non c’è più l’indicazione, quindi è soppressa la fermata. Fatto sta che è capitato in diverse occasioni che un conducente saltasse la fermata e che quello della navetta successiva invece la facesse. Due le possibilità: o il primo conducente ha dato un’interpretazione creativa lasciando nella totale incertezza gli utenti, indecisi se andare alla fermata successiva (posta a non meno di 200-300 metri) o sperare nella clemenza del guidatore successivo, o tutti i conducenti (tranne quelli che saltano la fermata) si sono fermati e tutt’ora si fermano dove non dovrebbero. Il mistero continua.