Con i poteri commissariali del Giubileo, oggi riconosciuti al sindaco della Capitale, negli ultimi tre anni a Roma sono state attuate misure speciali per portare a dama progetti altrimenti non gestibili soltanto dal Campidoglio: dal piano rifiuti a numerose attività inerenti ai cantieri e alle bonifiche ambientali. E così, con il decreto giubilare in scadenza all’inizio del 2026 e le elezioni comunali in programma per il 2027, oggi il sindaco di Roma Roberto Gualtieri – audito in commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati sulla legge di riforma dei poteri della Capitale – ha chiesto di accelerare sul riconoscimento di alcune funzioni amministrative alla città, attraverso l’attuazione delle deleghe previste dalla legge del 2009. Il rischio è che il prossimo sindaco, chiunque esso sia, non possa portare avanti nello stesso modo e con gli stessi tempi gli interventi di trasformazione avviati in questi anni. Oppure che Gualtieri, il quale ha già lanciato la sua candidatura per il secondo mandato, si trovi senza sfidanti di rilievo e con davanti una sfida da cogliere ben più ardua dell’attuale: portare avanti cantieri e progetti senza gli attuali poteri temporanei.
Artigianato, commercio, turismo, servizi sociali e governo del territorio sono i cinque ambiti individuati dal sindaco Gualtieri, già ministro dell’Economia, per “governare meglio la Capitale”. Secondo il sindaco “la riforma costituzionale è la via maestra da percorrere, ma ci sono cose che intanto si possono fare. Ci sono poteri collegati alle funzioni amministrative che possono già da oggi essere trasferiti a Roma Capitale con delega, per quanto riguarda le competenze legislative c’è invece bisogno della riforma costituzionale per cui ci vuole un tempo lungo – ha spiegato Gualtieri a termine dell’audizione -. È importante che si sia riaperto un dibattito, consolidato anche da questi anni di amministrazione (con poteri commissariali, ndr) che ci dimostrano che Roma potrebbe essere amministrata meglio. La mia proposta è quella di lavorare su ambiti paralleli, in modo da avere il percorso costituzionale avviato, e che si sviluppa con i suoi tempi da un lato, e la riattivazione della delega della legge 2009 dall’altro, facendo una legge ordinaria che utilizzi fino in fondo la base giuridica vigente, che è ampia e consentirebbe al sindaco di fare cose in più come decidere sui costi del biglietto dell’autobus, sulla gestione del piano rifiuti e sulla governance del Tevere. Se c’è una volontà di dare più funzioni con una legge costituzionale – ha concluso – non si capisce perché questa volontà non si manifesta fin da subito attuando la delega”.